La Russia ammette: i morti da Covid tre volte superiori ai dati ufficiali

La Russia ammette: il bilancio delle vittime Covid è tre volte superiore a quello riportato. Lo afferma la vice prima ministra

Covid-19
Putin (Getty Images)

La notizia sconvolge un po’. I dati sui decessi da Covid comunicati in via ufficiale dalla Russia non sono reali. Il governo russo ha dichiarato che sono circa 186.000 morti a causa del Covid-19 quest’anno; si tratta di un bilancio tre volte superiore al conteggio ufficiale e che rende la Russia uno dei paesi più colpiti al mondo dal virus. Questi dati si contrappongono a quelli pubblicati quotidianamente dal governo. La variazione dipende dall’adattamento ai parametri internazionali che specificano le cause dei decessi. Questo bilancio aggiornato è più di tre volte superiore alle 55.265 morti ufficiali registrate dall’inizio della pandemia sul sito del governo russo dedicato.  È sulla base di queste cifre che la Russia è stata considerata tra le nazioni che meglio hanno saputo gestire la pandemia  in Occidente. Solo a novembre, 25.788 persone sono morte a causa della contaminazione da SARS-CoV-2.

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La Russia ammette: i morti Covid sono il triplo di quelli dichiarati

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Russia (Getty Images)

 

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L’agenzia di statistica classifica questi decessi in tre categorie: quelli confermati essere stati causati da Covid; quelli per i quali si sospetta che il Covid sia la causa principale; e quelle dove il Covid ha accentuato altre patologie, provocando la morte. Questa è la prima volta che la Russia pubblica dati statistici mensili dettagliati, ma non fornisce questi dettagli per i mesi precedenti. Le cifre pubblicate ora collocano la Russia al terzo posto nel mondo in termini di morti, dietro a Stati Uniti, oltre 330.000 morti, e Brasile, oltre 190.000.  La Russia come tanti paesi ha subito la seconda ondata. A ottobre la Russia aveva già registrato 50mila decessi in più rispetto al 2019, di cui 22.761 legati al coronavirus.

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Polizia Russia
Polizia russa (Getty Images)

Il Cremlino ha tuttavia respinto l’idea di una nuova epidemia nazionale, dopo quello della primavera, per preservare l’economia, ritenendosi ben preparato e contando sull’efficacia del suo vaccino, lo Sputnik-V, che è stato lanciato all’inizio di dicembre. Tuttavia, la maggior parte delle regioni ha imposto l’uso di dispositivi di sicurezza come le mascherine protettive e l’accesso limitato a determinati luoghi di contatto sociale.

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