Crisi umanitaria al confine: la Polonia costruirà un muro di 180 km

Di fronte al crescente afflusso di migranti al confine con la Bielorussia, la Polonia ha annunciato la costruzione di un muro.

Alexander Lukashenko
Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko (Getty Images)

Continua a crescere l’afflusso di migranti al confine tra il territorio polacco e bielorusso. La situazione, sull’orlo di una crisi umanitaria, è ormai fuori controllo. Tra i primi decessi (10 vittime finora, secondo le stime delle Associazioni umanitarie) a causa delle temperature prossime allo zero, e i primi arresti (oltre 50 solo ieri); l’agghiacciante decisione della Polonia per impedire l’attraversamento illegale dei migranti inizia a destare seria preoccupazione a livello internazionale.

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Muro al confine tra Polonia e Bielorussia: il via a dicembre

 

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Di fronte all’incremento progressivo della folla indistinta sulla linea di frontiera, la Polonia ha annunciato la costruzione di un muro. L’informazione è stata confermata dal ministro dell’Interno Mariusz Kaminsky. Nell’ultima dichiarazione pubblica, la risolutiva decisione di Varsavia: la frontiera sarà presto rafforzata attraverso l’innalzamento di una struttura lunga 180 km e alta 5,5, metri: un progetto dal valore di 353 milioni di dollari. Nello specifico, il politico ha precisato alla radio Rmf Fm che la realizzazione prevede il via già a partire da dicembre attraverso un’opera di edificazione con tecniche e “soluzioni più moderne.

Tale investimento è considerato “strategico e prioritario per la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini.”, ha giustificato Mariusz Kaminski. Secondo quanto dichiarato dall’alto funzionario il governo locale si sta impegnando per utilizzare “un diverso tipo di sistemi di sicurezza lungo il fiume Bug.” Del resto, la tensione resta alta al confine con la vicina Bielorussia: da questa estate migliaia di migranti, per lo più provenienti dal Medio Oriente (tra questi numerose donne e bambini) hanno cercato di oltrepassare illegalmente il confine tra i due Paesi. Di conseguenza, la Polonia ha risposto con la spedizione di migliaia di truppe nell’area critica, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. La zona è attualmente presidiata da 13.000 militari, 4.500 guardie di frontiera e 2000 agenti di polizia.

 

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L’UE punta il dito contro il presidente Lukashenko, considerato principale responsabile della crisi umanitaria al confine.

 

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