Covid-19, il bollettino del 16 febbraio: 59.749 nuovi casi e 278 morti

Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, mercoledì 16 febbraio, ha comunicato i numeri dell’epidemia da Covid-19 in Italia tramite bollettino.

Appena pubblicato, come di consueto sul sito del Ministero della Salute, il bollettino odierno sull’epidemia da coronavirus diffusasi in Italia. Stando all’aggiornamento, le persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza sono ad oggi 12.265.343 con una crescita di 59.749 unità rispetto a ieri a fronte di 555.080 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore.

Bollettino coronavirus 16 febbraio
(Ministero della Salute)

Ancora in calo il dato relativo ai soggetti attualmente positivi che ammonta a 1.480.113 (-70.297), così come quello dei pazienti nei reparti di terapia intensiva1.073 in totale e 46 in meno di ieri. I guariti sono 10.633.268 con un incremento di 129.888 unità rispetto alla giornata di ieri. Purtroppo, si aggrava ancora il bilancio delle vittime nel nostro Paese con 278 morti registrati nelle ultime 24 ore che hanno portato il totale a 151.962.

Covid-19, bollettino: i numeri in Italia di martedì 15 febbraio

Coronavirus bollettino 16 febbraio
(Getty Images)

Il Ministero della Salute ha aggiornato anche ieri lo stato dell’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese. Secondo i dati del bollettino, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano 12.205.474. I soggetti attualmente positivi scendevano a 1.550.410, così come i ricoveri in terapia intensiva1.119 in totale. Le persone guarite risultavano essere 10.503.380 mentre il bilancio totale delle vittime saliva a 151.684.

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Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di lunedì 14 febbraio

Pubblicato anche lunedì il bollettino con i dati dell’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese. Stando alla tabella sanitaria, i casi di contagio complessivi risultavano essere 12.134.451. Continuavano a scendere i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 1.590.615, così come i pazienti in terapia intensiva1.173 in totale. I guariti erano 10.392.540. Si aggravava il bilancio dei decessi che portavano il totale a 151.296.

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Green Pass, possibile abolizione al 31 marzo: le parole del sottosegretario Costa

Lo stato di emergenza, salvo proroghe, dovrebbe essere abolito il prossimo 31 marzo. In base all’andamento pandemico, infatti, è possibile che venga prolungato. Ma nella mente del Governo tale ipotesi parrebbe essere sempre più lontana, anzi vi sarebbe dell’altro.

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa avrebbe affermato che con lo scadere del mese di marzo, potrebbe essere abolito anche il Green Pass. Uno scenario assolutamente non utopistico a suo dire. I dati della pandemia sarebbero in netto miglioramento, ma di certo non può dirsi tutto finito. Servirebbe un ultimo sforzo e proseguire con la somministrazione delle dosi booster per ipotizzare che a marzo il quadro sarà totalmente diverso. Pian piano l’intento è quello di eliminare tutte le restrizioni.

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Vaccini, la proposta di Minelli: sieri diversi in base a determinati fattori

L’idea di un vaccino unico per tutti, non convince Mauro Minelli, noto immunologo e responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. Stando a quanto riporta la redazione di AdnKronos, il professore avrebbe spiegato che sarebbe opportuno progettare un vaccino che tenga conto di fattori personali per ognuno, abbandonando il vaccino uguale per tutti.

Minelli ha affermato che grazie alla letteratura scientifica è noto che fattori come il sesso, l’etnia, l’età o la presenza di altre patologie possano influenzare la risposta dei vaccini. Per tale ragione, ha proseguito, sarebbe opportuno approfondire tale tematica, al fine di attivare percorsi personalizzati.

Ma è davvero possibile? Assolutamente si. Il professor Minelli ha spiegato come ci siano metodi in grado di capire se un soggetto è più o meno recettivo al vaccino. È una scienza esatta e si chiama vaccinomica.

Inps, quanto hanno inciso sulle casse le morti di Covid

A seguito delle morti per Covid, nel 2020 sarebbero stati spesi circa 1,1 miliardi di euro in meno sulla spesa relativa all’erogazione delle pensioni. In proiezione, per i prossimi 10 anni, si parla di circa 11 miliardi.

La pandemia ha, infatti, colpito maggiormente la fascia più anziana di popolazione. Il che si è riflesso sulle casse dell’Inps generando – riporta Il Giorno– un consistente “risparmio” per le casse dell’Istituto. A riferirlo il nono Rapporto di Itinerari previdenziali secondo cui fino al 2029 la spesa diminuirà di un totale di 11,9 miliardi. Il 96,3% dell’eccesso di mortalità nel 2020 ha riguardato soggetti over 65 e quindi per la maggiore pensionati.

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