Caso Liliana Resinovich, il Procuratore De Nicolo: “ci sono progressi, ma…”

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Novità sul caso di Liliana Resinovich, la 63enne triestina rinvenuta senza vita lo scorso 5 gennaio: le parole del Procuratore Capo di Trieste.

Ci sono aggiornamenti sul caso di Liliana Resinovich. Dal giorno della scomparsa, il 14 dicembre, al rinvenimento del cadavere, il 5 gennaio, l’inchiesta sulla 63enne triestina prosegue con l’apertura del fascicolo per “sequestro di persona”. A tre mesi dall’agghiacciante ritrovamento della salma nell’area boschiva dell’ex ospedale psichiatrico del quartiere San Giovanni, ancora nessun nome nella lista degli indagati.

Caso Liliana Resinovich, il Procuratore De Nicolo: "ci sono progressi, ma..."
Il giorno della scoperta del cadavere di Liliana Resinovich (Ansa)

Nonostante la persistenza del percorso binario nelle indagini, la pista del suicidio sembra sempre più inverosimile. L’ipotesi dell’omicidio è l’unica costante che riesce a legare i tre potenziali sospetti nel ping pong di accuse reciproche; gli uomini più a stretto contatto con Lilly fino al giorno della sua morte: il marito Sebastiano Visintin, l’amico Claudio Sterpin e il fratello Sergio Resinovich.

“Sono fiducioso: ci sono piccoli progressi, ma…

Novità sul caso Liliana Resinovich. A riferirlo è il Procuratore Capo di Trieste De Nicolo, “fiducioso” sugli esisti dell’inchiesta sul giallo della morte di Liliana Resinovich. La fiducia arriva grazie all’organizzazione e all’impegno delle forze competenti in campo, ancora mobilitate per effettuare “il massimo che si può fare”. Il procuratore ha precisato di essere a stretto contatto con gli ispettori e asserisce l’effettivo progredire delle indagini. Stando alle sue ultime parole, ci sarebbero nuovi, “piccoli progressi” nelle costanti attività investigative coordinate della Squadra Mobile: dettagli emersi sarebbero risultati nodali per comprendere diverse informazioni sul caso.

Tuttavia, ha sottolineato De Nicolo, la via preferita al momento è quella del silenzio fino a quando il quadro non sarà chiaro ed esaustivo: “Il vero ispettore è la Squadra Mobile e deve operare con calma e pazienza. […] Molti altri fanno rumore. Noi no.

In attesa degli esami irripetibili, un’attività che risulterà essenziale per sbrigliare il groviglio che intreccia il caso di Liliana sarà il ricorso all’autopsia psicologica, via suggerita dalla criminologa e antropologa forense Gabriella Marano. L’esame consentirà di ricostruire il profilo psichico e personologico della vittima attraverso l’analisi accurata delle relazioni interpersonali di Lilly interpersonali, dalle più superficiali alle più intime, insieme a dichiarazioni e confessioni in corrispondenze e diari. Essenziale sarà l’analisi dei tablet della donna, sebbene siano stati sequestrati dopo oltre un mese dai fatti.

 

 

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