Bonus 200 euro in busta paga una tantum: quali saranno i lavoratori che beneficeranno dell’aiuto economico

Bonus da 200 euro in busta paga una tantum per i lavoratori. Quali sono le categorie incluse dal sostegno previsto dal Decreto Aiuti del governo, quando verrà erogato e come fare per ottenerlo

La pandemia da Coronavirus nella sua tragicità intrinseca ha comportato non solo una crisi sanitaria evidente ma anche una conseguente piaga a livello economico che ha messo in ginocchio diversi settori.

Bonus 200 euro busta paga
Inps (Pixabay)

Come se non fosse sufficiente, da febbraio corrente anno il conflitto esploso tra Ucraina e Russia sta comportando ripercussioni a livello internazionale che ci porteremo avanti per i mesi a venire. Rincari sulle bollette di luce e gas, impennata dei costi di carburante e dei trasporti, inasprimento dei prezzi di materie prime e specifici alimenti che implica una spesa maggiore delle importazioni italiane. In questo scenario è assolutamente necessario un intervento del governo per sostenere i contribuenti in stato di bisogno.

Bonus da 200 euro in busta paga. Tutto quello che c’è da sapere sull’intervento del Decreto Aiuti

Bonus 200 euro busta paga
Banconote (Pixabay)

Saranno 31,5 milioni i lavoratori italiani a beneficiare del bonus 200 euro previsto dal Decreto Aiuti (artt. 31-33, dl 50/2022) .

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L’agevolazione economica potrà essere erogata a lavoratori dipendenti, pensionati, autonomi con o senza partita IVA, parasubordinati, stagionali del turismo, beneficiari del Reddito di Cittadinanza, intermittenti, lavoratori dello Spettacolo, lavoratori domestici.

La somma di denaro arriverà una tantum presumibilmente nel mese di luglio e solo per coloro i quali abbiano un reddito che non superi i 35mila euro annui. Esclusi dal conteggio sono i trattamenti di fine rapporto, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.

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Ancora da stabilire le modalità per farne richiesta poiché manca il decreto ministeriale che verrà pubblicato entro 30 giorni. Ciò che risulta certo è che bisognerà fare richiesta all’Inps, presumibilmente con modalità differenti a seconda della categoria di appartenenza.

Potranno avanzarla anche i lavoratori autonomi e le partite Iva, inclusi i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, ossia i cococo.

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