Pos e pagamenti elettronici: cosa cambierà dal prossimo 30 giugno

Pos, pagamenti elettronici e lotta all’evasione fiscale: numerosi cambiamenti al riguardo nel corso del 2022. Uno dei più rivoluzionari sarà imposto dal prossimo 30 giugno. Ancora un mese per adeguarsi

La lotta all‘evasione fiscale si fa sempre più pressante da parte del governo e passa principalmente dallo scoraggiare i pagamenti in contanti, quindi non tracciabili.

Pos e pagamenti elettronici lotta evasione fiscale
Pos e pagamenti elettronici (Pixabay)

Diverse novità in tal senso sono state già introdotte nei primi mesi del 2022. A partire dallo scorso 1° gennaio, infatti, è stato abbassato il limite della somma dei pagamenti effettuabili in cash. É possibile scambiare solo fino a 999,99 euro in denaro sonante.

Pos e pagamenti elettronici: l’obbligo che scatterà dal prossimo 30 giugno

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Carta di credito (Pixabay)

Per farvi capire quanto sia cambiato l’approccio verso il denaro in contanti nell’ultimo ventennio, facciamo un ripasso di cosa è avvenuto e delle decisioni prese dall’esecutivo.

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Nel 2002 (durante il governo Berlusconi) le transazioni con denaro liquido potevano ammontare addirittura fino a 12.500 euro. Nel 2016, invece, con il governo Renzi questa cifra si è notevolemte ridotta, scendendo a 3mila euro.

L’anno scorso potevamo scambiare fino a 1999,99 euro in cash. Il 2022, come già detto, segna un punto di svolta con una sforbiciata ben più pesante.

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Dal prossimo 30 giugno vedremo attiva una nuova norma: ossia l’obbligo per tutti coloro che hanno un’attività (sia commerciale che professionale) di garantire alla propria clientela il pagamento tramite POS, ossia un terminale di scambio di moneta elettronica mediante la carta di credito, la carta di debito o la carta prepagata.

La decisione è stata presa lo scorso 13 aprile con un Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri, anticipando l’ulteriore manovra contro l’evasione fiscale che sarebbe dovuta scattare nel gennaio 2023.

La sanzione per i commercianti e i professionisti che non dovessero accettare anche pagamenti elettronici (eccezion fatta per imprevisti casi di oggettiva impossibilità tecnica) sarà pari ad un importo fisso di 30 euro al quale si somma il 4% del valore dell’operazione rifiutata.

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Ricordiamo, inoltre, che dal 1° luglio 2022 vigerà l’obbligo di fattura elettronica per le partite Iva in regime forfettario che nell’anno precedente (2021) hanno dichiarato un reddito superiore a 25mila euro, Per tutti gli altri il medesimo obbligo inizierà dal 1° gennaio 2024, indipendemente dai propri ricavi.

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