“Calci e pugni, alla fine mi ha violentata”, la cantante confessa con forza il dramma che ha segnato la sua vita.
Loredana Carmela Rosaria Bertè, o semplicemente la cantautrice Loredana Bertè, non ha necessità di cappelli introduttivi, è la celebre “regina del Rock italiano“. Solo alcuni dei suoi singoli risuonano tutt’oggi come pietre miliari della discografia italiana; Sei bellissima, E la luna bussò, Non sono una Signora, In alto mare…
L’indiscussa cantautrice calabrese nasce nel 1950 appena tre anni dopo un’altra celebre voce Italiana, sua sorella, Mia Martini. Entrambe delle voci e interpretazioni canore da brivido; il pubblico e le orecchie più fini rendono grazie alle due personalità artistiche. Le immense cantanti non solo immettono ricchezza nel panorama musicale bensì riescono, in ogni loro singolo, a dar voce alle emozioni.
Mia Martina è scomparsa prematuramente nel 1995, segnando un vuoto fisso, dopo generazioni in evoluzione, resta incolmabile e indelebile. Il dramma della morte di Mia ha attraversato la vita di Loredana, non solo privatamente bensì artisticamente; ha lasciato la Bertè sola, mentre affrontava lo spietato mondo dello spettacolo.
Dopo anni Loredana Bertè si racconta: “Avevo 16 anni, mi ha preso con la forza”
Loredana Bertè è considerata come una delle personalità artistiche più versatili e a fuoco; cantautrice, attrice e ballerina che con determinazione, talento e audacia ha sempre fatto valere la sua voce, letteralmente.
La perseveranza della cantautrice calabrese è tuttavia legata ad esperienze del passato, tutt’altro scivolate dietro le spalle. Drammi che sconvolgerebbero qualsiasi ascoltatore, “mi ha chiusa con un lucchetto dentro una stanza, mi ha violentata, non avevo compiuto ancora 17 anni“.
La Bertè durante un’intervista a Verissimo racconta come la sua prima cotta adolescenziale sia stata un incubo dal quale non ha potuto risvegliarsi. La tragedia è successo con un uomo più grande della cantautrice, il quale le faceva continuamente complimenti e con estrema gentilezza la guardava e le strappava sorrisi.
Per un mese, colui che sarebbe diventato il carnefice, l’ha riempita di accortezze e ogni giorno, per più di trenta, le inondava il camerino di fiori. Un biglietto, un nome e pian piano Loredana si è fidata, al punto che ha accettato un invito a cena.
Una Ferrari è andata a prendere la piccolissima Bertè, tuttavia quando l’automobile avrebbe dovuto percorrere la strada del ritorno, un’inversione di marcia ha segnato la mente e il corpo della nota cantautrice. “Mi ha strappato i vestiti, riempito di pugni e calci e con violenza ha abusato di me“, le parole di Loredana si concludono con il silenzio, come quello che le si è imposto tanti anni fa, tacendo i crimini e il criminale.
“Sono sopravvissuta, non abbiate colpe per vivere”: l’appello della cantautrice al pubblico
Il dialogo con la Toffanin, crudo e intangibile, rende coloro che ascoltano le parole di Loredana come spettatori che si sentono le macchie dell’orrore sulle proprie mani; come si è sentita per molto tempo la celebre cantante.
L’intervista straziante di Loredana Bertè ha un altrettanto epilogo tragico, nonostante ormai possa far parte del passato.
SONO SOPRAVVISSUTA SOLO PERCHE SONO RIUSCITA A SCAPPARE. CON LE BRACCIA E IL CORPO SPORCO DI SANGUE, UN TASSISTA MI HA SALVATO PORTANDOMI AL PRONTO SOCCORSO Più VICINO
La celebre cantautrice confessa che quelle macchie se l’è sentite per quasi tutta la vita: la colpa di essersi fidata di una persona sbagliata, la condanna percepita di essere stata con un uomo; la paura di parlare e la sola volontà di dimenticare.
Loredana oggi lancia un appello a tutti coloro che sono vittime di abusi, a ogni persona che viene soggiogata mentalmente e fisicamente per l’utilizzo di una forza violenta che li annienta. “Non c’è colpa nel voler vivere felici; denunciate, subito, chi con prepotenza e violenza vi danneggia la vita!”.