Il Coronavirus attacca il sistema nervoso: nuova drammatica scoperta

Dei medici cinesi hanno dimostrato che il coronavirus può potenzialmente arrecare danni al sistema nervoso.

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Coronavirus (Getty Images)

Alcuni medici cinesi hanno dimostrato che il nuovo coronavirus arrecherebbe danni al sistema nervoso centrale. Una scoperta effettuata dai sanitari del Paese del Dragone dopo aver curato un uomo nel quale il Sars-Cov-2 si era annidato nel suo liquido cerebrospinale.

L’uomo, giunto il risultato circa la sua positività al nuovo coronavirus, ha iniziato a manifestare anche uno stato di semi incoscienza. Dalla TAC non risultavano anomalie, pertanto, è stato effettuato un ulteriore test che ha consegnato il risultato rivoluzionario. Il virus aveva causato un’encefalite. Curato con farmaci per l’encefalite virale, il paziente ad un mese dal suo ricovero è guarito ed è stato dimesso dall’ospedale.

Coronavirus, scoperti effetti sul sistema nervoso

I medici dell’Ospedale Ditan di Pechino, riporta l’Ansa, non molti giorni fa hanno annunciato di aver curato un uomo nel cui liquido cerebrospinale si era annidato il nuovo coronavirus. Sino a quel momento, la comunità scientifica aveva mostrato che la Covid-19 poteva arrecare danni a più organi, ma mai al sistema nervoso.

Il paziente curato, presentatosi in ospedale lo scorso 24 gennaio, aveva tutti i sintomi della malattia, ma diversamente dagli altri contagiati non rispondeva alle cure. Trasferito in terapia intensiva, l’uomo avrebbe iniziato a sviluppare ulteriori complicazioni: tra questi anche uno stato di semi incoscienza. Eppure dalla TAC non risultavano, riporta l’Ansa, anomalie alla testa.

Si è reso necessario, dunque, un sequenziamento genetico del suo liquido cerebrospinale. Il risultato ha fornito la nuova prova: il coronavirus aveva causato un’encefalite. Il personale sanitario ha, dunque, curato il paziente con la procedura per l’encefalite virale, facendolo così guarire. L’uomo, il 18 febbraio, è stato trasportato nel reparto di malattie infettive ed il 25 febbraio dimesso.

La nuova scoperta ha portato Liu Jingyuan, riporta l’Ansa, direttore del reparto di terapia intensiva dell’ospedale, a disporre una nuova procedura. Il medico ha affermato che qualora un paziente Covid-19 mostrasse disturbi dello stato di coscienza, il personale medico deve tenere in conto la possibilità di infezioni al sistema nervoso. Pertanto, dovranno essere immediatamente effettuati gli esami del liquido cerebrospinale. Così facendo si ridurrebbero le diagnosi tardive e conseguentemente il tasso di mortalità.

Un virus dunque ad alta trasmissibilità ma anche potenzialmente letale il Sars-Cov-2. Ovviamente con il passare dei giorni la comunità scientifica sta compiendo enormi passi avanti. E questo è merito di chi ogni giorno in prima linea impiega strenuamente le proprie forze. Di pochi giorni fa è la notizia che la Tailandia sarebbe riuscita a curare una donna con un mix di tre farmaci antivirali. Sul punto però, l’ospedale Gemelli di Roma ha consigliato di esprimersi con la massima cautela. Quanto al vaccino, invece, bisognerà attendere almeno un anno.

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