Coronavirus, autocertificazione per gli spostamenti: la direttiva per i prefetti

Polizia
(Getty Images)

Coronavirus, autocertificazione per gli spostamenti dalle aree a contenimento forzato: il governo ha adottato una direttiva per i prefetti 

Luciana Lamorghese, nella giornata di ieri, ha adottato la direttiva per l’attuazione dei controlli nelle aree a contenimento forzato. In queste aree non c’è un divieto assoluto per spostarsi ma persistono dei limiti. Innanzitutto, per spostarsi per esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute bisogna attestarlo mediante un’autocertificazione. Le persone che sono in quarantena o che sono risultate positive al nuovo Covid-19 non possono assolutamente allontanarsi e lasciare l’area. La polizia stradale effettua i controlli lungo le principali linee stradali. La polizia ferroviaria, invece, esegue controlli su tutti i passeggeri in entrata e in uscita dalle stazioni verificando il loro stato di salute con i termoscanner. Anche negli aeroporti bisognerà avere il modulo dell’autocertificazione oltre al titolo di viaggio. Chi viola tali prescrizioni è punito con una reclusione fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro come previsto “in via generale dall’articolo 650 del codice penale”.

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Coronavirus, cos’è l’autocertificazione per gli spostamenti dalle aree a contenimento forzato

Il governo, per contenere il rischio di nuovi contagi, ha iniziato ad irrigidire il sistema di controlli da parte della polizia per coloro che intendono lasciare le aree a contenimento forzato. Per spostarsi, i cittadini devono avere l’autocertificazione. Questo documento è stato messo a disposizione dal dipartimento di pubblica sicurezza del viminale. Chi si sposta deve indicare la tratta che vuole percorrere e le motivazioni. Il documento va mostrato in caso di controllo e deve essere controfirmato. L’autodichiarazione potrà essere anche resa seduta stante con la compilazione del modulo predisposto.

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