Covid-19, la fine della quarantena? La parola agli esperti

Ecco le spiegazioni, al tempo del Covid-19, sulla situazione a rischio che stiamo vivendo e sull’importanza dell’isolamento. Parlano un matematico e un virologo

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Giorgio Palù (ilgazzettino.it)

In piena emergenza da Covid-19 tutti noi italiani ci chiediamo quando tutto finirà e quando finalmente potremmo tornare alla vita di prima. Tra le cose che pesano di più l’isolamento domestico che ci impone di non uscire per evitare il contagio.

Il countdown per la fine della quarantena è già partito da un po’. Secondo quello che ha anticipato il governo le misure ristrettive saranno prorogate. E allora la domanda di tutti è: quando finirà la quarantena? E soprattutto, le misure sono sufficienti a limitare il contagio.

Le risposte sono arrivate da due grandi studiosi intervistati da La Stampa. Giorgio Palù, ex presidente della Società europea di virologia e professore di virologia e microbiologia dell’Università di Padova e Giovanni Sebastiani, ricercatore presso l’Istituto per la Applicazioni del calcolo “Mauro Piconi” del CNR. Entrambi hanno detto la loro sui contagi in Italia. Non hanno potuto però fare una previsione su come e quando potrà finire l’epidemia.

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Covid-19, le previsioni di Giorgio Palù

I due esperti hanno detto la loro su quanto si sta facendo in materia di contenimento del Covid-19. Giorgio Palù, nei giorni scorsi aveva detto che l’Italia non ha un piano B e anche a La Stampa non ha nascosto i suoi dubbi sull’efficacia delle misure prese.

“In cento giorni l’epidemia in Cina si è praticamente estinta, noi invece abbiamo preso misure con molta più esitazione all’inizio – ha spiegato – la successione temporale delle misure è avvenuta in modo non continua e non sincrona e quindi ci dobbiamo aspettare statistiche diverse”.

E sull’efficacia delle misure emanate ormai 10 giorni fa ha puntualizzato: “qualcosa avremmo dovuto vedere da qualche parte” sulla scorta dell’esperienza cinese. La curva dei contagi continua a crescere senza modificare il tragitto per cui, secondo Palù “dovremmo cominciare a pensare di adottare misure ancora più rigorose ovvero quelle dell’isolamento”. Oltre a questo, lo studioso chiarisce che bisognerebbe “pensare se quello che stiamo facendo con la percentuale così alta di ricoveri in Lombardia, che non sia un calderone, una Diamond Princess da cui si diffondono altri contagi?”.

Sebastiani, invece, dal canto suo parla dei numeri e di come si stabiliscono, o meglio come egli stesso puntualizza, ipotizzano dei modelli matematici in una situazione in cui non c’è omogeneità nell’immissione dei dati, soprattutto per il numero dei morti.

Lo studioso ammette che “i dati sono affetti da incertezza ed errore, ciononostante qualcosa a riguardo è possibile dire”. Si riferisce all’aumento dei contagi in seguito all’esodo che c’è stato da nord a sud, tra il 7 e l’8 di marzo, e alla corsa ai supermercati. “L’effetto di tutto questo si è visto dopo 4 giorni – ha spiegato – sono avvenuti tanti contagi contemporaneamente e la concentrazione di persone in uno spazio ristretto ha portato ad un salto di contagi notevole, avremmo visto l’incremento della curva – ha concluso – ma non un aumento esponenziale”.

Non c’è certezza duqnue su quando l’emergenza passerà ma Palù è certo che ci vorranno sicuramente più di 100 giorni.

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Cornavirus (Getty Images)
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