Covid-19, quando posso spostarmi in un altro Comune: domande e risposte

Quando ci si può spostare da un Comune all’altro: risposte ad alcune domande frequenti dopo l’arrivo del nuovo decreto del Governo sull’emergenza Covid-19

Covid-19 quando ci si può spostare in un altro Comune
Coronavirus (Getty Images)

A seguito del nuovo decreto del Governo, mirato al contenimento dell’emergenza Covid-19, diamo risposta ad alcune frequenti domande sulle possibilità di spostarsi verso un altro Comune, ad esempio per visite mediche o per assistere un familiare anziano. Vediamo dunque se in questi casi (e non solo) ci si potrà spostare.

Assistenza di un familiare anziano non autosufficiente che non ha una badante: è un motivo di urgenza e/o di salute e quindi di necessità. Nel caso in cui invece il familiare sia autosufficiente, non è possibile spostarsi. Qualora il familiare anziano, di età superiore ai 65 anni, non sia in grado di fare la spesa, sarà consentito lo spostamento solo in alcuni casi. Si tratta della mancanza di altri familiari più vicini che possano farlo, dell’impossibilità di reperire servizi online che possano consegnargliela a domicilio oppure di associazioni di volontariato. In questi casi il consiglio è quello di avvertire polizia locale o associazioni di volontariato per chiedere se possano esserci opzioni che possano evitare il vostro spostamento.

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Covid-19, quando ci si può spostare in un altro Comune: le risposte

Visita medica in un altro Comune: si tratta di un caso che rientra nei motivi di salute ed è dunque permesso lo spostamento in un altro Comune.

Ritorno di un familiare dall’ospedale a casa: lo spostamento dal nosocomio alla propria residenza è permesso. Qualora cui ci si trasferisca dall’ospedale ad un’altra abitazione (esempio: quella dei propri genitori) e successivamente si voglia tornare nel proprio domicilio, non è consentito. Esso infatti non rientra tra i casi di urgenza.

Madre o padre separato che voglia vedere i propri figli residenti nella casa di un ex coniuge in un Comune diverso: prima del dpcm del 22 marzo, i giudici hanno ritenuto che dovesse essere sempre garantito il diritto di visita dei figli. L’ultimo decreto è però più stringente sugli spostamenti. Fatta questa doverosa premessa, l’orientamento preferibile sembra comunque essere quella di garantire il diritto di visita dei figli. Il consiglio è dunque quello di portare con sé, oltre all’autocertificazione, anche la copia degli accordi di separazione e/o divorzio.

Covid-19 quando ci si può spostare in un altro Comune
Coronavirus (Getty Images)

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