Coronavirus, Zaia: “sacrifici: adesso la sfida è tutta nostra”

Coronavirus, Luca Zaia, il governatore del Veneto è pronto a ripartire. Il lavoro sarà riaprire le aziende e metterle in sicurezza

Chi è più a rischio di complicazioni da Coronavirus e perchè
Covid-19 (foto Pixabay)

Il Veneto sta iniziando a vedere i risultati di questa quarantena. Attualmente si contano più persone dimesse che ricoverate e per il governatore Luca Zaia è un buon punto di partenza. “Sacrifici: adesso la sfida è tutta nostra, non dobbiamo abbassare la guardia – afferma – Io tifo perché si possa ripartire perché spero che finisca questa tragedia“. La regione sta già lavorando ad un piano per una possibile riapertura delle aziende, ovviamente nella più totale sicurezza per i lavoratori. “Bisogna avere un piano per dire con quali modalità: mascherine, distanze, numero lavoratori, quali comparti. – spiega Zaia –  Per valutare nuove limitazioni dopo Pasquetta servirebbero dati epidemiologici che supportano questa decisione, ma questo spetta agli esperti”.

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Coronavirus, Luca Zaia pensa alla fase 2

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Zaia (adnkronos.it)

Luca Zaia è ottimista. Il presidente della regione insieme a Confindustria Veneto pensano già alla fase 2, quella che prevede la riapertura delle aziende. “Non più procrastinabile l’apertura delle aziende – afferma il presidente Enrico Carraro –  gli industriali veneti stanno lavorando a un progetto Fabbriche Sicure per rendere gli ambienti di lavoro luoghi di massima tutela per la salute di dipendenti, collaboratori e delle famiglie”.  “Si deve prevedere di riaprire le produzioni senza indugi, altrimenti si rischia di lasciare migliaia di aziende e lavoratori sul lastrico – Continua Carraro – È necessario quanto prima un allargamento dei codici Ateco, che consenta alle aziende che hanno mercato interno o finalità di export, di riavviare le produzioni”.

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Anche Ance Veneto è favorevole alla riapertura delle aziende, mentre Confindustria Vicenza ha ottenuto che le Camere di Commercio siano autorizzate a rilasciare certificazioni attestanti l’emergenza sanitaria in atto come possibile causa di forza maggiore e impedimento del regolare adempimento delle obbligazioni contrattuali assunte nei confronti dell’estero.

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