Covid-19, il ministro Speranza: “L’emergenza non è finita, ci aspettano mesi difficili”

Il ministro della Salute Roberto Speranza in un’intervista a Repubblica ha parlato della durata dell’epidemia da Covid-19 che ha colpito l’Italia.

Coronavirus
Il ministro della Salute Speranza (GettyImages)

Tutta la popolazione si chiede quando terminerà l’emergenza coronavirus e se la data fissata dal Governo per la fine delle misure di contenimento possa essere prorogata. La situazione ha messo in difficoltà anche migliaia di imprese ed i lavoratori, molti dei quali costretti a rimanere in casa almeno sino al prossimo 13 aprile, termine fissato ad oggi dal decreto per la fine delle misure. In merito ha parlato il ministro della Salute Roberto Speranza in un’intervista rilasciata a Repubblica.

Leggi anche —> Covid-19, l’esperto: “Vi dico quanto tempo occorre per la scomparsa dell’epidemia”

Covid-19 Italia, il ministro della Salute Roberto Speranza: “Nessuno pensi che ci sarà un solo giorno in cui si potrà dire ‘è tutto finito'”

Covid-19
Covid-19 (Getty Images)

L’emergenza non è finita. Ci aspettano mesi ancora difficili“. Queste le parole del ministro della Salute Roberto Speranza intervistato dal quotidiano Repubblica in merito alla fine dell’emergenza Covid-19. Il ministro, nonostante il trend stabile della curva negli ultimi giorni, ha ribadito che la situazione nel nostro Paese rimane drammatica affermando che ad oggi non è possibile dare una data per stabilire la fine dell’epidemia. Sul ritorno alla normalità Speranza afferma: “Non posso dare una data e non voglio fare annunci. Non posso anche perché il presidente del Consiglio ha confermato il blocco fino al prossimo 13 aprile. In prossimità di quel giorno, vedremo come staremo. In ogni caso – prosegue il ministro a Repubblica si farà tutto per gradi. Nessuno pensi che ci sarà un solo giorno in cui si potrà dire ‘è tutto finito’“.

Speranza poi parla di una fase di convivenza con il virus fino quando non si troverà una cura, durante la quale la strategia sanitaria dovrà accompagnare quella produttiva: “Del resto, se mezzo mondo, letteralmente mezzo mondo, è chiuso, vuol dire che servono soluzioni vere. E anche che il governo non ha adottato misure sbagliate“.

Qualche ora prima, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Salute aveva presentato il Piano Sanitario per il Paese per fronteggiare l’epidemia che si compone di cinque punti. Nel dettaglio tali passaggi per uscire in maniera graduale dall’emergenza sono il distanziamento sociale da rispettare in maniera scrupolosa, il rafforzamento delle reti sanitarie del territorio, la creazione di ospedali Covid specializzati e dedicati ai pazienti contagiati, l’uso corretto dei test per individuare quanti sono i contagiati nel nostro Paese ed infine un’applicazione che possa mappare gli spostamenti dei malati nelle 48 ore precedenti al contagio e lo stato di salute per poter garantire un’adeguata assistenza sanitaria domiciliare.

Leggi anche —> La storia del Coronavirus: ecco da quando esiste tra noi

Il Piano Sanitario dovrà dunque contrastare l’epidemia per cercare di riportare alla normalità il Paese che da oltre un mese è messo a dura prova dal Covid-19.

Impostazioni privacy