Sbarchi dei migranti | il Coronavirus porta alla chiusura dei porti italiani

C’è uno stop agli sbarchi dei migranti italiani, con la decisione che arriva direttamente dal Governo. Il motivo è assolutamente inedito.

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Niente più sbarchi dei migranti in Italia a causa del Coronavirus FOTO Getty Images

No agli sbarchi dei migranti nei porti italiani. La decisione è ufficiale. Ma non arriva in preda a deliri da nazionalismi e da fobie di paura dello straniero. Semplicemente l’attuale emergenza dettata dalla pandemia di Coronavirus che imperversa ormai in tutto il mondo non rende per niente sicuro l’approdo di migliaia di persone – spesso disperate – dopo un lungo viaggio via mare ed in condizioni di forti carenze dal punto di vista igienico-sanitario. I porti italiani sono stati dichiarati non idonei a fornire i requisiti richiesti di classificazione per essere considerati un luogo sicuro. Uno standard richiesto dalla Convenzione di Amburgo in materia di salvataggio marittimo. La chiusura alla possibilità di sbarchi dei migranti nei porti del nostro Paese arriva da un apposito decreto. Tale disposizione durerà fino a quando la crisi sanitaria da Covid-19 non sarà ritenuta conclusa ed è operativo a partire dallo scorso 7 aprile 2020.

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Sbarchi dei migranti, il provvedimento di chiusura ai porti non piace a molti

Una brutta notizia questa per la nave della Ong ‘Alan Kurdi’, che sta stazionando nei pressi di Lampedusa con a bordo 150 persone. A firma di questo provvedimento ci sono i nomi dei ministri Luigi Di Maio, Paola De Micheli, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. Ma l’Onu ha chiesto all’Italia di garantire comunque l’aiuto necessario ai rifugiati, al di là di ogni restrizione di sorta. “Chi scappa dalla guerra deve essere messo comunque nelle condizioni da potere inoltrare richiesta di asilo. Capiamo le esigenze a livello sanitario, ma non devono dare un ulteriore colpo a chi scappa dal proprio Paese diventato una zona di guerra”.

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Il riferimento è ai tanti che, ogni giorno, lasciano il devastato territorio della Libia. Lì neppure il Coronavirus ha fermato la guerra. Ma in molti si dicono contrari a questo decreto “che cancella la solidarietà ed è una dimostrazione di incoerenza e di scarsa umanità”.

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