Fase 2, Waidid avverte: “Grosso rischio ripartire senza test sui lavoratori”

Susanna Esposito, presidente Waidid e ordinario dell’Università di Parma, ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha spiegato i rischi per la fase 2. 

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(Getty Images)

Il governo, dopo un lungo lockdown, ha deciso di adottare un nuovo testo che avrà validità dal 4 maggio. Il prossimo mese, infatti, inizierà la fase 2 dell’emergenza: nonostante il grande rischio, tantissime attività ripartiranno e verranno allentate alcune stringenti misure. Il governo sta programmando da diverse settimane la fase di convivenza con il virus e ha scelto una task force guidata da Vittorio Colao. Susanna Esposito, presidente dell’associazione mondiale per le malattie infettive e i dirosrdini immunologici (Waidid) ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha spiegato i rischi legati all’avvio delle attività produttive.

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Covid-19, le parole di Susanna Esposito sulla fase 2

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Tra qualche giorno inizia la fase 2 e i lavoratori saranno a rischio contagio. Susanna Esposito, presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini immunologici e ordinario dell’Università di Parma ha lanciato l’appello. “Nell’ottica della riapertura delle attività produttive sarebbe stato necessario, nelle ormai 6 settimane di chiusura, pianificare la ripresa definendo i controlli sanitari reali e concreti da effettuare ai lavoratori”. Esposito spiega anche come doveva essere avviata la fase 2. “Per avviare la fase 2 non era sufficiente aspettare che il virus circolasse meno, ma sarebbe stato fondamentale pianificare una strategia di ripresa. I test sierologici servono ad individuare i soggetti che sono entrati in contatto con il virus costituendo uno strumento di estrema importanza nella pianificazione. Non bastano buonsenso e rispetto delle regole, servono gli strumenti messi a disposizione dalla scienza”. 

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CoVID-19 VACCINO
Test di laboratorio (pixabay)

L’esperta anche spiegato che l’unico modo per evitare un innalzamento dei contagi è quello di effettuare test sierologici su larga scala almeno sui soggetti che riprenderanno a svolgere le proprie attività.

 

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