Andrea Crisanti contro l’Oms: “Ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare”

Il virologo Andrea Crisanti si scaglia contro l’Organizzazione mondiale della Sanità e il suo operato per la gestione della pandemia. Per lo studioso è stata forte l’influenza geopolitica

Andrea Crisanti
Andrea Crisanti (il gazzettino.it)

“L’Oms in questa pandemia ha sbagliato tutto lo sbagliabile”. È questa la dichiarazione bomba fatta da Andrea Crisanti, virologo e direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova. Alla redazione di Today ha rilasciato una lunga intervista. Tema centrale quello del Covid-19 ovviamente, di quello che è stato fatto, giusto o sbagliato, e di quello che si potrà fare.

Per Crisanti l’Oms ha sbagliato davvero tutto nella gestione della pandemia. Il perché? “Secondo me – dice il virologo – si è completamente affidata ai dati forniti dalla Cina che è un Paese in cui la trasparenza non è un valore”.

Un’accusa non da poco che però lo studioso non si è risparmiato. Anzi tira dritto con la sua idea e dice che gli “piacerebbe sapere cosa hanno ispezionato e analizzato gli esperti dell’Oms quando sono andati in Cina, e l’Oms sarà chiamata a rispondere di questo” annuncia senza rinunce Crisanti.

Egli non nega di appoggiare chi, da settimane ormai, nutre diversi dubbi sull’operato dell’Oms per via dei suoi legami con la Cina. “Sono d’accordo con chi ipotizza che la posizione dell’Organizzazione mondiale della Sanità sia stata influenzata da considerazioni geopolitiche – ammette Crisanti – più che di sanità pubblica di interesse mondiale”.

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Andrea Crisanti, tutte le necessità dell’Italia

Andrea Crisanti
Il virologo Andrea Crisanti durante la trasmissione Fuori dal Coro (screenshot)

Andrea Crisanti si è fatto conoscere e apprezzare in queste settimane di pandemia per aver salvato il Veneto dallo tsunami del Covid-19. È stato lui, infatti, a proporre per primo i test a tappeto in regione, salvandola da quella che poteva essere una vera e propria deriva epidemiologica.

E come ha fatto per i test, andando decisamente controcorrente rispetto alle decisioni nazionali, lo è anche per la gestione della fase 2. Per il professore, infatti, le decisioni del governo sarebbero state prese “più sulla scorta di spinte emotive e di interessi di parte, che sui numeri”.

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Per poter pensare ad una strategia diversa, per Crisanti, ci sarebbe bisogno di “un quadro preciso e razionale” che non c’è e “questo è il vero problema”. Per il virologo, infatti, “questa adottata dal governo è una strategia difensiva, derivata dalla mancanza di dati e quindi dall’incapacità di valutare il rischio”.

E proprio sui dati reali del contagio Crisanti insieme ad altri professori, ha mandato l’appello per fare tamponi di massa per salvare la fase 2. Ma per fare questo purtroppo l’Italia “non è pronta”. Proprio per questo è stato scelto di fare l’appello, “uno strumento per sensibilizzare e allertare l’opinione pubblica e il governo – spiega Crisanti – affinché venga fatto un investimento per aumentare la capacità di fare tamponi”.

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Per lo studioso, infatti, i tamponi diventeranno essenziali in autunno, “nei mesi di ottobre-novembre, quando potrebbero scoppiare altri focolai”. Non si potrà richiudere l’Italia ma bisognerà essere pronti, puntualizza Crisanti.

tamponi
tamponi (Getty Images)

“Dobbiamo avere il coraggio e la capacità di aggredire il virus – conclude – non possiamo permetterci che un nuovo focolaio si diffonda in tutta Italia o che blocchi l’economia di una regione o addirittura del Paese intero”.

 

 

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