Lombardia, primi indagati per l’ospedale di Alzano

Spuntano i primi indagati nell’inchiesta condotta dalla procura di Bergamo sulla gestione del pronto soccorso di Alzano Lombardo

BERGAMO
L’esercito a Bergamo (repubblica.it)

Arrivano i primi indagati in Lombardia sull’emergenza coronavirus. Si tratta di due persone, di cui non si conoscono ancora i nominativi, che sono sotto indagine in merito alla vicenda specifica dell’ospedale di Alzano Lombardo. Il pronto soccorso del nosocomio lo scorso 28 febbraio venne prima chiuso e poi riaperto nel giro di pochi giorni, per l’esattezza tre, dopo la scoperta dei primi due casi di coronavirus. al momento nessun dirigente e nessun medico dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Seriate, competente su Alzano, avrebbe ricevuto  informazioni di garanzia, secondo quanto riferito dal corriere della sera. Le accuse che riguardano gli indagati sono epidemia colposa e omicidio colposo. Andando a ripercorrere cosa è accaduto all’ospedale di Alzano Lombardo, gli errori commessi sono stati tanti.  Nel reparto di Medicina interna del terzo piano, è ricoverata una signora, la cui diagnosi è: scompenso cardiaco. È lì dal 12 di febbraio, il decorso dovrebbe essere breve, eppure col passare dei giorni accusa febbre. Poi problemi respiratori.

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Primi indagati, cosa accadde

Giorgio Gori
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori (Getty Images)

Nella notte tra il 21 e il 22 dello stesso mese, la situazione precipita. Suo figlio accorre e, per la prima volta, si trova circondato da medici e infermieri con le mascherine. Sua mamma morirà alle due di notte. Camera ardente, con centinaia di persone, e funerali in paese, a Villa di Serio, in forma privata. C’è anche il papà, con l’influenza da un po’ di giorni. Successivamente morirà anche lui a causa del coronavirus il 13 marzo, all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Nella notte tra il 21 e il 22, il pronto soccorso viene chiuso così come il reparto dove è morta la signora. L’ospedale riaprirà già in serata. Il lunedì successivo ripresero le attività ambulatoriali.

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foto dal web

Prelievi, interventi in sala operatoria, visite in ambulatorio. “Nessuno ci ha detto di metterci in autoisolamento“, ci racconta l’uomo di Villa di Serio a cui è morta la mamma nella notte tra venerdì e sabato. “Non siamo stati contattati nemmeno per il tampone. Abbiamo ripreso le nostre vite, normalmente”.

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