Pechino, cresce la paura: si teme una seconda ondata di contagi

A Pechino sale la paura per una possibile seconda nuova ondata di contagi di Covid-19: il Governo ha disposto ulteriori chiusure.

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Sale la tensione a Pechino. Nella capitale cinese continuerebbero a salire i numeri di contagio da Covid-19, ed il Governo per arginare e debellare una possibile seconda nuova ondata dell’epidemia ha attivato tutte le misure di sicurezza del caso. Tra queste anche l’interruzione del 70% dei voli internazionali. Tutto, secondo alcuni esperti, sarebbe partito dal mercato di Xinfadi il più grande dell’Asia.

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Pechino, nuovi contagi: disposte ulteriori misure di sicurezza per scongiurare una seconda ondata

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Le autorità cinesi, visto l’aumento di casi a Pechino, ha disposto misure stringenti. Limitati gli spostamenti dei cittadini che vivono in zone particolarmente colpite, chiuse specifiche aree della metropoli, come anche scuole e strutture sportive. A ciò si aggiunge che è stata disposta anche l’interruzione di voli internazionali in misura pari al 70 percento del totale. Ma non è tutto perché a subire una battuta d’arresto è stato anche il sistema di trasporto su gomma come taxi e servizi di car-sharing che non possono trasportare viaggiatori fuori città. Vige l’obbligo di indossare le mascherine in luoghi chiusi o in quelli particolarmente affollati.

Misure ritenute rigide dal Governo del Dragone ma necessarie per scongiurare una seconda ondata dell’epidemia. In totale, riporta La Stampa, dallo scorso giovedì ad oggi sarebbero 106 i casi registrati, un numero relativamente basso se confrontato con quella che la densità abitativa della metropoli che conta circa 24 milioni di persone.

Alta l’allerta anche a Shangai, dove le autorità hanno imposto a chiunque giunga nella metropoli una quarantena di 14 giorni. L’indagine ora è concentrata sull’individuazione del punto dal quale sarebbe partito il contagio. Secondo Wu Zunyou, riporta La Stampa, esperto in materia, il focolaio sarebbe scoppiato a causa di prodotti contaminati. Un’ipotesi immediatamente paventata dalle autorità che parlavano di un salmone importato.

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Tuttavia gli esperti sul veicolo del virus non si esprimono con certezza: non vi è assoluta sicurezza che possa essere stato il salmone o che i contagi possano essere scaturiti dal al mercato di Xinfadi.

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