Carlo Conti. Il ricordo della malattia: “Non potevo abbracciare mio figlio”

Carlo Conti. Il popolare conduttore televisivo parla dei sentimenti che ha provato durante il periodo di contagio da Coronavirus

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Il presentatore Carlo Conti (Getty Images)

Il conduttore televisivo Carlo Conti è impegnato in una nuova avventura televisiva che colora il sabato sera di RaiUno. E’ infatti al timone di una versione particolare del longevo e fortunato programma Affari tuoi, conosciuto popolarmente come il gioco dei pacchi. La novità consiste nell’avvicendarsi come come concorrenti di coppie di fidanzati, prossimi al matrimonio. L’ edizione Viva gli Sposi darà loro, infatti, la possibilità di guadagnare un bel gruzzolo per un montepremi massimo di 300mila euro ma non solo: potranno “costruire” una lista nozze inedita e ricchissima con tanti regali originali.

I “pacchisti” che sveleranno i premi di volta in volta non sono rappresentanti sconosciuti delle 20 regioni d’Italia, stavolta sono personaggi famosi a cui sono affidati due misteriose scatole a testa.

Qualche settimana fa hanno tirato un sospiro di sollievo tutti i fan che sono stati in pena per le condizioni di Carlo Conti. Un professionista di talento che è entrato nelle case degli italiani fin dagli anni ’80, considerato da molti per questo motivo quasi “uno di famiglia”. L’affetto del pubblico si è svelato proprio per la concitazione che ha suscitato la notizia della sua positività al Coronavirus.

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Carlo Conti. Il suo ruolo di padre affettuoso

 

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All’inizio era asintomatico e ha potuto portare avanti il suo lavoro al timone del programma Tale e Quale Show, seppur a distanza, in collegamento da remoto. Purtroppo, però, le sue condizioni si sono aggravate al punto che si è ritenuto necessario un ricovero ospedaliero. Ogni cosa è andata per il verso giusto e adesso rimangono solo i ricordi di un grande spavento.

Il dolore più forte? Non poter vedere il suo piccolo Matteo, nato nel 2014 dall’unione con la costumista Francesca Vaccaro. Il bambino ha iniziato quest’anno la prima elementare. “Lo zainetto era più grande di lui. Lo sto vedendo crescere. Adesso comincia a leggere, a fare i calcoli”. Parole di un genitore orgolioso. Quando finalmente è uscito dall’ospedale, il bambino si è sciolto nella richiesta più tenera: “Mio figlio Matteo voleva sapere se poteva poteva abbracciarmi e togliersi la mascherina”.

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Carlo Conti conosce benissimo la mancanza della mano dolce di un padre, avendo perso il suo a solo un anno d’età a causa di un tumore al polmone.

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