Ispettori a Wuhan: avviata l’indagine dell’OMS sull’origine del Covid-19

Il team di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è arrivato giovedì a Wuhan, culla dell’epidemia di coronavirus.

All’inizio restia ad accogliere l’intervento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Cina ha finalmente accettato di ricevere il suo team di esperti sul suo territorio per diverse settimane. L’obiettivo dell’OMS è chiaro: determinare l’origine della pandemia Covid-19. Al loro arrivo a Wuhan, i tredici scienziati dell’organizzazione sono sottoposti a una quarantena di due settimane e dovranno essere testati più volte prima di potersi muovere liberamente sul territorio. Tra gli esperti, provenienti da una dozzina di paesi diversi, attualmente due di loro sono ancora a Singapore per ulteriori analisi; l’organizzazione ha riferito oggi su Twitter che i loro test hanno rivelato la presenza di anticorpi Covid-19 nel loro organismo.

Dal momento in cui la Cina si è dimostrata riluttante nel comunicare le informazioni pandemiche; il programma di queste cinque/sei settimane di indagini da parte degli esperti dell’OMS è pronto per essere messo in atto ​​direttamente nella città di Wuhan. Nella culla dei primissimi casi di coronavirus, il team avvierà le indagini, con la speranza di determinare l’origine del coronavirus; in particolare, capire il modo in cui il trasferimento del virus sia riuscito a mediare dall’animale all’uomo. L’arrivo dell’organizzazione a Wuhan coincide, tra l’altro, con la data “anniversario” della prima morte del coronavirus in Cina, nonché col nuovo avvio a Pechino delle rigide restrizioni di prevenzione anti-Covid, a seguito della scoperta di un aumento della contaminazione virale.

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Una visita che spaventa la Cina

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L’indagine spaventa molto la Cina. Nonostante le accuse di diversi paesi del mondo e le innumerevoli teorie complottiste, il paese continua a rifiutare ogni responsabilità per la diffusione del virus nel mondo. Difatti, sebbene Pechino abbia contribuito a rallentare la diffusione del SARS-CoV-2, offrendosi volontario per condividere le informazioni relative al codice genetico del virus; gli Stati Uniti e altri paesi hanno sollevato seri dubbi sulla completa trasparenza mediatica da parte della Cina. Lo scorso aprile, persino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha giudicato la Cina colpevole del “massacro globale”, la cui diffusione virale ha messo in ginocchio l’intero Pianeta. La Cina ha alle spalle altre accuse per aver tenuto segreti i primi casi di coronavirus registrati, sanzionando tutti i medici che avevano invece deciso di lanciare l’allarme su scala globale.

Dopo un primo rinvio per problemi amministrativi, quale l’ottenimento dei visti per gli esperti dell’OMS, la Cina ha finalmente accettato il loro arrivo. “L’obiettivo non è incolpare il paese o la sua autorità” – ha assicurato Fabian Leendertz. “Si tratta di capire cosa è successo per evitare che accada di nuovo e per prevenire nuove pandemie” – precisa il ricercatore dell’OMS, dipendente presso il Robert Koch Institute in Germania. Le indagini dell’OMS verteranno principalmente su questioni biologiche fondamentali, quali: il virus proveniva originariamente dai pipistrelli? C’era un “ospite intermedio” che collegava i l’animale all’essere umano? I mercati umidi di Wuhan sono stati il centro focale della prima diffusione pandemica?

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Il dottor Leendertz conferma l’obiettivo di ricerca: scoprire data di origine e di prima circolazione del virus SARS-CoV-2, insieme alla sua geolocalizzazione, probabilmente nei mercati di Wuhan. Secondo gli esperti, la missione investigativa durerà circa cinque o sei settimane.

Fonte BBC

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