Gli spostamenti degli animali sono cambiati: a rischio la loro sopravvivenza

Secondo uno studio, le attività umane stiano influenzando gli spostamenti degli animali mettendo a rischio la loro sopravvivenza. 

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Purtroppo, le attività dell’uomo sono le principali responsabili di quella che viene definita come una costante e continua erosione del Pianeta. Dal surriscaldamento globale, alla deforestazione, per poi passare alle emissioni, ognuna di esse è sia causa che effetto con risvolti catastrofici per tutte le specie viventi. In particolare, secondo un recente studio, alcuni animali a causa della sempre più pressante ingerenza dell’uomo negli spazi riservati alla Natura, si sarebbero dati a spostamenti estenuanti e più lunghi di quanto sino ad ora mai accaduto. Tutto per sperare di sopravvivere.

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Specie animali, spostamenti più lunghi ed estenuanti a causa delle attività dell’uomo

Alce
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Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Ecology e Evolution Journal, pare che a determinare questi più lunghi spostamenti delle specie animali non siano soltanto la crescente urbanizzazione ed il deforestamento, ma anche la caccia ed attività ricreative particolarmente inquinanti, nonché gli spostamenti degli aerei. In particolare, riporta il The Guardian, l’analisi si sarebbe concentrata su una particolare specie australiana: l’opossum dalla coda spezzata. Questo piccolo mammifero, pare, si sia trovato a transitare nel 57% in aree ricche di strade ed infrastrutture realizzate dall’uomo.

La ricerca ha valutato l’impatto delle attività antropogeniche su ben 160 specie in tutti i continenti, rilevando come numerose di esse stiano modificando i loro spostamenti per poter sopravvivere, per procacciarsi il cibo e per provvedere al loro sostentamento.

Che le attività dell’uomo influissero su tale aspetto era già noto ha dichiarato uno dei coordinatori dello studio, il professor Doherty dell’Università di Sidney, tuttavia sino ad oggi non era stato fornito un quadro unitario: tutte le valutazioni erano state prese singolarmente per ogni specie.

Doherty avrebbe raccolto i risultati di più di 12mila articoli e studi. Da tale attività sarebbe emerso lo sconvolgente dato per cui sono ben 167 le specie coinvolte. Il professore ha spiegato, riporta The Guardian, come gli animali abbiano aumentato i loro viaggi del 70%, tradotto 11 km in più rispetto al canonico. Ovviamente tale modifica potrebbe avere impatti devastanti. Ciò da quando hanno dovuto percorrere strade alternative per sottrarsi ad esempio alla caccia,

Tra le specie coinvolte i lemuri del Madagascar, gli Opossum dalla coda spezzata in Australia, le alci in Svezia. Ed ancora, le tartarughe in Texas, i leoni di montagna negli Usa, gli uccelli ferroviari in Nuova Zelanda e molti altri.

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Inquinamento
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Tale aumento delle percorrenze, si legge nello studio, potrebbe inficiare ogni aspetto della vita di tali animali. A partire dalla riproduzione, mettendo a repentaglio la loro sopravvivenza.

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