Disastri aerei, Volo Alaska Airlines 261: 88 vittime, 0 sopravvissuti

La tragedia ad alta quota si è verificata il 31 gennaio 2000, quando il McDonnell Douglas MD-83 precipitò nell’Oceano Pacifico. 

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Volo Alaska Airlines (Getty Images)

Un altro tragico disastro aereo entrato nella storia riguarda il Volo Alaska Airlines 261. L’incidente si è verificato 21 anni fa, precisamente il 31 gennaio 2000, quando il McDonnell Douglas MD-83 precipitò nell’Oceano Pacifico. All’aereo era stato affidato il volo che avrebbe collegato l’Aeroporto Internazionale Lic. Gustavo Díaz Ordaz di Puerto Vallarta in Messico fino all’Aeroporto Internazionale di Seattle-Tacoma con scalo previsto a San Francisco.

La tragedia si è verificata in pieno pomeriggio: erano circa le 16:20 locali quando il velivolo si schiantò a 4,5 km dalle acque dell’isola vulncanica di Anacapa, in California. All’origine della tragedia vi fu un problema agli stabilizzatori. Nessun sopravvissuto. A seguire le dinamiche dell’incidente.

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Il tragico bilancio delle vittime: nessun superstite

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Volo Alaska Airlines (Getty Images)

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Il Volo Alaska Airlines 261 fu affidato al McDonnel Douglas MD-83. L’aereomobile in questione è una versione più avanzata dell’MD-81/82. Con pesi maggiori e motori più potenti, l’MD-83 decollò dalla stazione Gustavo D. Ordaz di Puerto Vallarta (Messico) in direzione dell’aeroporto di San Francisco per lo scalo; da lì avrebbe poi proseguito verso la destinazione finale: l’aeroporto di Seattle/Tacoma.

Tuttavia, verso le 16:36 l’aereo scomparve da tutti gli schemi radar delle torri di controllo. La sparizione dai monitor susseguì alla previa segnalazione sull’atterraggio di emergenza a Los Angeles. Il messaggio era stato inviato dal comandante a bordo: Ted Thompson, 53 anni. Autorizzato dai controllori del volo, il pilota iniziò a scendere di quota. Durante la manovra, l’apparecchio precipitò in mare, in prossimità di Point Mugu, dove l’acqua raggiunge una profondità di 80 metri. Sul posto i servizi di emergenza ritrovarono corpi e frammenti di aereo. Le dichiarazioni ufficiali riportarono il tragico bilancio delle vittime: nessun superstite. Nello schianto persero la vita 88 persone, di cui 83 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio.

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Secondo le ricostruzioni riportate dall’Ente Nazionale Americano per la Sicurezza nei Trasporti, all’origine dell’incidente vi fu un problema agli stabilizzatori, individuato dal primo comandante e dal primo ufficiale, William Tansky, 57 anni, alle 16:07:51, dieci minuti prima dello schianto.

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