I ventotto omicidi di matrice nazista firmati Ludwig

Nel 1980 la paternità di un omicidio viene rivendicato con un messaggio inviato a Il Gazzettino di Mestre. La vittima è una prostituta cinquantaduenne e Ludwig è la firma dell’assassino 

 

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1977. L’Italia orientale viene scossa da una serie di delitti: roghi, coltellate, colpi d’ascia e di martello sono le principali modalità adoperate per il massacro di decine di persone. Non vi è apparentemente alcun movente, l’assassino colpisce ovunque e chiunque, fino al quando la morte di una donna sarà rivendicato da Ludwig.

A quel punto, si avrà un nome ed anche un movente a collegare delitti apparentemente distanti: la matrice è quella nazista e dell’odio. Clochard, sacerdoti, omosessuali, prostitute e tossicomani sono i bersagli privilegiati, ma anche discoteche, club a luci rosse e i loro avventori. Si tratterebbe quindi di una vera e propria “pulizia” della società da quelli che sono ritenuti evidentemente “mali” da estirpare.

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Ludwig: i due “bravi” ragazzi di Verona

 

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Siamo a Verona e, nell’agosto del 1977, il corpo di senza tetto, Guerrino Spinelli, viene ritrovato carbonizzato nell’auto in cui era solito dormire. L’anno successivo a Padova, Luciano Stefanato, un cameriere omosessuale, viene trovato riverso sull’asfalto privo di vita e pugnalato. Quasi un anno dopo, questa volta a Venezia, sarà il tossicodipendente Claudio Costa a perdere la vita. Nel 1980, a Vicenza, a colpi d’ascia e martello, morirà la prostituta Alice Maria Baretta.

Nel frattempo, giunge al  Il Gazzettino di Mestre un biglietto che, con caratteri tedeschi, rivendica la paternità dell’ultimo omicidio ed è firmato a nome Ludwig. Due anni dopo, e ancora in Veneto, la morte di due anziani finiti a martellate e di un sacerdote a Trento ingrossa l’elenco delle vittime. A questo punto, il bersaglio diventa un luogo specifico: l’incendio di un cinema a luci rosse a Milano, un sexy club ad Amsterdam e una discoteca a Monaco di Baviera; per un totale di 20 morti e numerosi feriti.

L’ultimo colpo viene organizzato nella discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere. Nel corso di una festa in maschera si cerca di appiccare un incendio ma la moquette ignifuga lo smorza e due ragazzi ne vengono riconosciuti come gli autori. Si tratta di Mario Furlan e Wolfgang Abel, due giovani e brillanti laureati; due giovani ed efferati assassini. Sono loro, infatti, a chiamarsi Ludwig.

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I due vengono condannati inizialmente all’ergastolo ma, riconosciuta la seminfermità mentale, saranno condannati a 30 anni e fuori dal carcere anni prima. Nel 2007 Wolfgang e nel 2009 Furlan. La loro carriera si conclude con un triste bilancio: 28 morti e 39 feriti.

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