Omicidio Yara Gambirasio, accesso ai reperti: la decisione della Corte d’Assise

La Corte d’assise di Bergamo ha respinto la richiesta di accedere ai reperti dei legali di Massimo Bossetti, condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio.

Yara Gambirasio
Yara Gambirasio (foto dal web)

È stata rigettata la richiesta di accedere ai reperti presentata dai legali di Massimo Bossetti, l’uomo condannato all’ergastolo in via definitiva per per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. I difensori del Muratore di Mapello avevano avanzato l’istanza sperando in una possibile revisione del processo, ma i giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno respinto la richiesta stabilendo anche che la difesa non potrà effettuare nemmeno la ricognizione dei reperti in questione.

Caso Yara Gambirasio, Corte d’Assise rigetta la richiesta dei legali di Bossetti sull’accesso ai reperti

I difensori di Massimo Bossetti, il muratore condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, non potranno accedere ai reperti delle indagini sulla morte della 13enne.

Tribunale martina rossi
Tribunale (Getty Images)

Lo ha deciso la Corte d’Assise di Bergamo, i cui giudici, riporta la redazione del quotidiano Repubblica, hanno negato anche la ricognizione dei reperti. Oltre a respingere la richiesta della difesa di Bossetti, i giudici della Corte d’Appello di Bergamo hanno altresì disposto sulla richiesta avanzata dal Procuratore Antonio Chiappani il 19 maggio. Nello specifico, il magistrato riteneva che la difesa del muratore di Mapello avesse compiuto delle presunte scorrettezze. Per le “opportune valutazioni” quindi, sul caso valuterà la Procura della Repubblica di Venezia, che dovrà comprendere se vi sono state ipotesi di reato ai danni dei colleghi orobici.

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I legali del muratore di Mapello, Claudio Salvagni e Paolo Camopirini, avevano presentato l’istanza per accedere ai reperti, tra cui vi sarebbero anche 54 campioni di Dna rinvenuti sui vestiti della vittima dai Ris e la raccolta fotografica eseguita dai carabinieri, perché convinti che dai nuovi accertamenti potessero emergere elementi utili per una revisione della sentenza.

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Lo scorso 19 maggio, durante l’udienza, riporta Repubblica era arrivata la conferma che la traccia 31 G20, rinvenuta sui leggins di Yara, con il Dna che attribuito a Bossetti, era sostanzialmente esaurita, circostanza che rende impossibile la ripetizione delle analisi. La traccia in questione è considerata la Prova Regina nel processo a carico del muratore di Mapello condannato per l’omicidio.

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