Ragazzo ucciso a coltellate in casa: fermato il vicino

Un ragazzo di 21 anni avrebbe confessato il delitto del 30enne, assassinato a coltellate all’interno della sua abitazione di Brunico, in provincia di Bolzano.

Carabinieri
Carabinieri (mino21 – Adobe Stock)

Svolta nell’ambito delle indagini sull’omicidio del ragazzo di 30 anni, assassinato a coltellate nella serata di martedì all’interno della sua abitazione di Brunico, in provincia di Bolzano. Un 21enne polacco, vicino di casa della vittima, è stato fermato dopo essersi presentato al pronto soccorso, con una ferita alla mano, confessando il delitto. Ora sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al movente dell’omicidio, su cui vi sarebbe l’ombra del satanismo.

Brunico, ragazzo ucciso a coltellate in casa: fermato un 21enne, avrebbe confessato l’omicidio

Un ragazzo polacco di 21 anni è stato fermato nell’ambito dell’omicidio di Maxim Zanella, il 30enne ucciso nella serata di martedì 27 luglio, a Brunico, comune in provincia di Bolzano.

Ospedale
(Richard Revel – Pixabay)

La vittima, figlio del presidente provinciale del Club alpino italiano, secondo quanto ricostruito, come riporta la redazione de Il Corriere della Sera, sarebbe stata accoltellata a morte nella sua abitazione, sita nel centro storico del Paese. Dopo il delitto, il 21enne si sarebbe recato in pronto soccorso con una mano ferita, e in seguito avrebbe ammesso le proprie responsabilità confessando l’omicidio del vicino di casa.

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Ai carabinieri, scrive Il Corriere, il giovane di origine polacca avrebbe raccontato di aver gettato il coltello utilizzato per il delitto ed il suo cellulare in un torrente prima di recarsi presso il nosocomio. Ora i militari dell’Arma, coordinati dalla Procura di Bolzano, stanno cercando di ricostruire quanto accaduto e risalire al movente dell’omicidio.

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Tra le ipotesi al vaglio anche quella del satanismo. Gli inquirenti, riporta Il Corriere della Sera, hanno rinvenuto in casa della vittima un teschio finto ed alcun ossa. Inoltre, il 21enne, ora detenuto in carcere, sarebbe noto negli ambienti satanisti e sul braccio avrebbe tatuato il numero 666, simbolo di Satana. Simboli pubblicati anche sul proprio profilo Facebook. Non è esclusa anche la pista della lite culminata nel sangue.

Carabinieri
Carabinieri (mino21 – Adobe Stock)

L’ombra del satanismo, riferisce Il Corriere, è stata smentita dai familiari di Zanella che hanno spiegato come il teschio finto ritrovato in casa fosse stato acquistato per gioco dal 30enne, descritto come una persona tranquilla e dedita al lavoro.

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