G20, il bilancio del premier Draghi e la questione climatica

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha tirato le somme sull’ultimo G20: entusiasta il Premier che ora si prepara a Glasgow per la Cop26.

Mario Draghi
Il Premier Mario Draghi durante il G20 (Getty Images)

È stato un successo”, queste le parole scelte dal Presidente del Consiglio Mario Draghi per commentare il G20 tenutosi a Roma. Dal palco dell’Auditorium della Nuvola, sito nel quartiere capitolino dell’Eur, il premier ha affermato che importanti intese sono state raggiunte su diversi temi. Su un punto, però, rimangono ancora molti aspetti da chiarire.

G20, soddisfazione del premier Mario Draghi: “È stato un successo”

Un successo, un G20 proficuo. Non fosse per la questione cambiamento climatico che ancora lascia molti punti interrogativi.

G20
I vertici di Stato al G20 (Getty Images)

Il Premier Draghi, nel corso della sua conferenza post summit, ha citato il 2050. Una data nota ai più perché dovrebbe segnare il punto di svolta in tema di emissioni. Eppure nella nota conclusiva del G20 qualcosa sembrerebbe essere cambiato, considerato che una precisione tale in termini di tempo non viene indicata. Si parla di “metà del secolo” non ben specificando.

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Ma il Presidente del Consiglio è ottimista ed anzi, citando Greta Thunberg, ha affermato: “Molti dicono che sono stanchi del ‘bla bla bla’, io credo che in questo summit – riporta La Stampa- abbiamo riempito di sostanza le parole”. Si prolunga sulla questione clima ed afferma che per la prima volta le diverse Nazioni si sono assunte formale impegno di contenere il surriscaldamento globale. Come? Attraverso politiche di contenimento, la prima lo stop ai finanziamenti pubblici sul carbone.

Questo vertice avrebbe lasciato – riporta La Stampa– secondo Draghi, un’eredità dalle “fondamenta solide” per una grande intesa. La stessa Cina, avrebbe accettato e condiviso scelte ed obbiettivi, anche se questi comporteranno costi altissimi. Si pensi alla produzione di acciaio e carbone. Ma questo lo si sapeva, la transizione ecologica richiederà degli sforzi ingenti e tutti dovranno mantenere saldi i propositi.

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Un discorso quello di Mario Draghi votato al pratico. Soprattutto quando si parla di finanza. Ogni 5 anni sarebbero stati dovuti destinare alle energie rinnovabili dei Paesi economicamente deboli ben 100 miliardi di dollari. Una cifra riconfermata fino all’ultimo centesimo, senza alcun tipo di incremento nonostante gli Usa, il Regno Unito ed anche l’Unione Europea si erano prefissati l’obiettivo di implementare il fondo.

Inquinamento
(Getty Images)

Il Premier ha detto che anche l’Italia farà la sua parte, portando a 7 miliardi in cinque anni il suo supporto. Ma Draghi ha anche annunciato un’importante novità di cui maggior dettaglio sarà dato al Cop26 di Glasgow ove era in procinto di recarsi. Si tratterà di una tipologia di finanziamento del tutto nuova, sovvenzionata dai privati. Le cifre? Esorbitanti: si parla di 130 trilioni di dollari.

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