Caso Cucchi, sentenza della Cassazione: la decisione degli Ermellini

Oggi l’epilogo giudiziale del caso Cucchi: dopo l’ultima udienza in Cassazione la magistratura mette un punto fermo alla vicenda del giovane geometra romano morto nel 2009.

Stefano Cucchi aveva solo 31 anni quando morì nell’ottobre del 2009 presso l’Ospedale Sandro Pertini di Roma. Il giovane geometra è deceduto esattamente una settimana dopo il suo arresto e sin da subito la sua famiglia fu convinta che avesse subito un duro pestaggio.

Caso Stefano Cucchi sentenza Cassazione
Stefano Cucchi (Claudio Peri- Ansa)

Circostanza sulla quale avrebbe fatto luce il militare Francesco Tedesco e che avrebbero portato ad una nuova lettura dei fatti. Dopo ben 150 udienze e 14 gradi di giudizio, oggi l’epilogo della vicenda in Cassazione.

Caso Cucchi, sentenza della Cassazione: le parole della sorella Ilaria

Caso Stefano Cucchi sentenza Cassazione
Ilaria Cucchi (Fabio Frustaci – Ansa)

Sono anni che la famiglia Cucchi chiede giustizia e verità. La sorella del giovane geometra romano deceduto nell’ottobre del 2009 oggi ha preso parte all’ultima udienza riguardante il caso. Oggi gli Ermellini sono stati chiamati a decidere sul ricorso presentato dai due carabinieri condannati lo scorso 7 maggio 2021 a 13 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e su quello di un altro collega condannato, invece a 4 anni per falso ideologico.

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I giudici di Cassazione si sono espressi sulla vicenda, decidendo di ridurre la pena ai due imputati per omicidio preterintenzionale. Nello specifico, i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro sono stati condannati non a 13 anni di reclusione ma a 12. Si terrà inoltre un nuovo processo di appello per valutare uno sconto di pena anche per Roberto Mandolini e Francesco Tedesco, condannati rispettivamente a 4 anni e a 2 anni e mezzo con l’accusa di falso.

Il procuratore generale aveva chiesto il rigetto in toto dei ricorsi presentati dai carabinieri avverso la sentenza di condanna emessa in Appello. Per il Pg la statuizione dei giudici di secondo grado palesava ”un dato certo su cui converge una mole impressionante di elementi probatori di vario genere: la circostanza che Cucchi – riferisce AdnKronosfosse stato ‘pestato’  (perché questo è l’unico termine compatibile con l’entità delle lesioni refertate) allorché si trovava alla stazione dei carabinieri di Roma Casilina dove era stato portato per il fotosegnalamento subito dopo il suo  arresto per illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti (20 grammi di hashish, 2 grammi di cocaina e 2 pasticche di ecstasy) e dopo la perquisizione domiciliare”.

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Prima della decisione, riporta AdnKronos, Ilaria Cucchi aveva affermato: “Questa vicenda ha restituito speranza e fiducia a tante persone. Speriamo che questa fiducia non venga delusa“.

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