Covid-19 i numeri reali del contagio sono maggiori rispetto a quelli diffusi

Stando alle dichiarazioni degli esperti, i numeri reali dei soggetti affetti da Covid-19 sarebbero esponenzialmente maggiori rispetto ai certificati: i casi ufficiali, ad esempio a Bergamo, rappresenterebbero solo il 10/20% della popolazione.

Coronavirus
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Nessun allarmismo, sono considerazioni più che ovvie quelle degli esperti. I numeri diffusi sull’epidemia da Covid-19 sarebbero, si conceda il termine, incompleti. Nei dati divulgati, infatti, circa i positivi al virus nel nostro Paese mancherebbe quella fetta di popolazione che presenta sintomi, ma che non è stata sottoposta al tampone. Sarebbero i cosiddetti “casi sommersi” i quali restano in isolamento domiciliare e non rientrano nei dati ufficiali sulla diffusione del Covid-19 poiché, appunto, non viene effettuato alcun test che dia conferma del contagio. Diretta conseguenza è che ovviamente i reali numeri dell’epidemia sarebbero di molto maggiori rispetto a quelli resi noti. A parlare di tale circostanza il presidente dell’ordine dei medici di Bergamo Guido Marinoni ed il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco.

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Covid-19 i numeri reali del contagio sono di gran lunga maggiori rispetto a quelli diffusi: le parole del presidente dell’ordine dei medici di Bergamo, Guido Marinoni

Presentano i sintomi tipici da Covid-19, restano in isolamento domiciliare, ma non vengono sottoposti al tampone. Sono i cosiddetti casi sommersi ossia coloro che non rientrano nei conteggi ufficiali dei numeri diffusi sull’epidemia. Ciò implicherebbe, dunque, come diretta conseguenza che la diffusione del Covid-19 avrebbe una portata di gran lunga maggiore di quella ad oggi nota.

In ordine a tale circostanza ha manifestato il proprio pensiero il presidente dell’ordine dei medici di Bergamo Guido Marinoni. Nella provincia orobica al momento i dati parlano di 7.072 positivi. Proprio da tale numero parte la considerazione del professor Marinoni: “E da lì partiamo. Sappiamo infatti, e lo dice anche quanto avvenuto in Cina, che le persone ricoverate per Coronavirus rappresentano solo una nicchia del totale dei contagiati, una nicchia che oscilla fra il 10 e il 20%. Ne deduciamo quindi che, nel nostro territorio – afferma il presidente stando a quanto riferisce L’Eco di Bergamoci sono fra le 35 e le 70mila persone contagiate, con varie e forme e vari livelli, dal virus“. Un numero di per sé mastodontico, ma se si pensa che la popolazione bergamasca conta circa un milione di abitanti si parla del 3,5 e il 7%.

Guido Marinoni prosegue affermando: “Si creda, stiamo facendo una valutazione molto prudenziale, direi pure al ribasso – riporta L’Eco di Bergamo -. Sappiamo infatti che chi in questo momento è a casa con mal di gola e febbre, nella nostra provincia, è estremamente probabile abbia contratto il virus: i medici ricevono un centinaio di chiamate al giorno per casi di questo tipo. Tampone o non tampone, l’importante è rimanere isolati, al domicilio“.

Il virologo Fabrizio Pregliasco: “I cittadini contagiati sono dieci volte tanto”

Dello stesso avviso del professor Guido Marinoni è il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. Anch’egli circa i numeri reali sull’epidemia da Covid-19 afferma: “Lo dico da tempo. I cittadini contagiati sono dieci volte tanto. Cioè, sono dieci volte i pazienti ufficialmente conteggiati come positivi. Naturalmente non è così dappertutto, non in tutte le regioni italiane almeno. Ma certamente – riporta L’Eco di Bergamovale per le città in cui la diffusione del virus è avvenuta in maniera esponenziale, come Bergamo e Brescia”.

Bergamo, infatti, al momento risulta uno dei centri in cui si è registrato il maggior numero di contagi.

Il noto virologo ha proseguito dichiarando a L’Eco di Bergamo: “Certo, mappare i casi sommersi sarebbe utile, darebbe un controllo ulteriore rispetto alla quarantena fiduciaria. Ma sappiamo che richiederebbe uno sforzo immane. In ogni caso, visto che nella grande maggioranza dei casi il virus si sviluppa in forme lievi o asintomatiche – conclude Pregliasco- vale sempre la stessa indicazione anche per chi sconta la malattia a casa: occorre stare isolati”.

Il consiglio degli esperti è, dunque, sempre il medesimo: rimanere a casa. Ciò facendo non solo si eviterà di contrarre il virus spezzando la catena del contagio, ma chiunque ne fosse affetto (inconsapevolmente perché non sottoposto a tampone) non contribuirebbe alla sua diffusione. In questo particolare momento sono richiesti ai cittadini buon senso e diligenza perché solo così è possibile frenare il Covid-19.

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Covid-19 virologa Gismondo diffida influenza
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