Covid-19, privati portano avanti delle ricerche: incredibili scoperte sui numeri dell’epidemia

I numeri del contagio da Covid-19 supererebbero di gran lunga quelli ufficialmente forniti dalla Protezione Civile: a dimostrarlo degli studi condotti dal sindaco di Nembro (Bergamo) e dal direttore del quotidiano l’Eco di Bergamo.

Coronavirus Ospedale
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Quella che l’Italia sta affrontando non è solo un’emergenza sanitaria, ma una vera e propria crisi sistemica. La vita quotidiana dei cittadini è stata stravolta non solo per quanto riguarda le limitazioni alla circolazione, necessarie per spezzare la catena del contagio. Da un punto di vista economico, al momento sono molte le famiglie in gravi difficoltà. In molti si chiedono, dunque, se il sacrificio a cui sono stati chiamati abbia davvero giovato o se abbia solo aggravato un già particolare momento storico. Dai numeri comunicati dalla Protezione Civile pare che il lock down abbia avuto i suoi effetti. I dati parlerebbero di una leggera deflessione, eccezion fatta per il picco di contagi e decessi avvenuto lo scorso venerdì. Eppure negli ultimi giorni sono emerse grazie ai mezzi di comunicazione delle notizie che stravolgerebbero il dato “positivo”.

Il sindaco del Comune di Nembro (Bergamo)  Claudio Cancelli insieme a Luca Foresti, entrambi fisici, hanno portato avanti un autonomo studio statistico. Lo stesso è stato fatto dal direttore dell’Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli. I tre, hanno condotto due private ricerche dalle quali è emerso che i dati reali sull’epidemia sarebbero ben più ampi di quelli prospettati alla popolazione. Procediamo con ordine.

Covid-19 i numeri del contagio sono molto più alti: ricerche private lo dimostrano

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Il sindaco di Nembro Caludio Cancelli in collaborazione con Luca Foresti, ha portato avanti uno studio nel proprio comune. Un centro di 11.522 abitanti che in questo periodo ha registrato un numero di decessi di gran lunga superiore alla media degli anni passati. Precisamente è stato notato che le morti sono 4 volte superiori rispetto a quelle registrate per Covid-19. Estendendo lo studio a Bergamo, invece, è risultato che il rapporto tra la realtà ed il numero certificato sarebbe invece decuplicato. Il motivo risiederebbe nel fatto che molto spesso non vengono effettuati tamponi ai deceduti, men che meno se si tratta di anziani.

Lo stesso è stato fatto dal direttore dell’Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli. Quest’ultimo si è accorto che la sezione dei necrologi del suo giornale aumentava quotidianamente. Per tale ragione ha confrontato le pagine attuali con quelle dell’anno scorso, negli stessi giorni. La matematica non mente: il numero dei decessi in più, superava di 4 volte quelli ufficialmente attribuiti al Covid-19. Il direttore Ceresoli ha, dunque, deciso di commissionare ad un’agenzia di ricerca uno studio su ben 243 comuni della provincia di Bergamo e dare conferma dell’impennata.

Stando a quanto riporta l’Huffington Post sarebbero due le considerazioni di pronta deduzione. In primo luogo che i dati ufficiali sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli effettivi. La seconda è che a ricavare tali informazioni siano stati dei privati cittadini e non fonti ufficiali.

Covid-19 gli studi di Gimbe ed Ispi: se sale numero dei casi, scende tasso di mortalità

Oltre agli studi poc’anzi citati, ci sono state altre due ricerche condotte utilizzando modelli epidemiologici e premesse di carattere statistico. La fondazione Gimbe, riporta l’Huffington Post, ha stimato dal canto suo che i casi di contagio reali sarebbero 208.000 e non 80.000. L’Ispi, invece, quanto alla giornata del 24 marzo parlerebbe di 350.000/1.200.000 casi a fronte dei 54.000 annunciati dalla Protezione Civile. Numeri mostruosi, che però condurrebbero a far drasticamente diminuire le statistiche circa il tasso di mortalità del virus.

Come più volte ribadito da numerosi esperti, i casi cosiddetti “sommersi” sarebbero innumerevoli. Ma allora quali sarebbero le giuste e buone pratiche da mettere in atto? Roberto Battiston, ex Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, per l’Huffington Post, ha prospettato quattro soluzioni sussidiarie.

Covid-19 tra casi sommersi e soluzioni: il parere di Robert Battiston

In primo luogo è necessario azzerare la catena di contagio, non solo con l’auto quarantena. Ed infatti, per far sì che le persone restino realmente a casa, senza uscire neppure per fare la spesa è necessario che si creino come in altri paesi “centri di quarantena”.

In secondo luogo sviluppare un’app tramite la quale svolgere numerose attività. Soprattutto di raccolta dati.

Creare una cabina di coordinamento che unisca tutte le competenze del Paese e le raccolga in un unico database.

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Last but not least, affidarsi più alla scienza. Concedere fondi alla ricerca in modo che possa tracciarsi un quadro chiaro dell’epidemia.

 

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