A causa dell’isolamento che le sembrava una vera prigione una 17enne in Inghilterra si suicida in casa. I genitori hanno raccontato la vicenda al Sun e hanno lanciato una raccolti fondi
Una vita tutta ancora davanti e l’ambizione di diventare una cantante ma tutto questo non è bastato per resistere al lockdown. Una 17enne inglese, di Sale Moor, Greater Manchester si è tolta la vita in casa. Non sopportava più l’idea delle restrizioni, dell’isolamento e di una vita che improvvisamente era cambiata per via del lockdown. Lei è Beth Palmer un’adolescente che stava studiando per diventare una cantante. Una ragazza solare e determinata che non aveva mai avuto problemi mentali o segni di squilibrio.
I genitori della ragazza hanno parlato dell’accaduto raccontando che la ragazza aveva espresso la sua angoscia per il lockdown. Stare tutto questo tempo chiusa in casa le sembrava una costrizione, un tempo infinito e per questo ha deciso di farla finita.
Al Sun il papà dell’adolescente ha detto che la figlia aveva detto di sentirsi triste e frustrata. Non le piaceva l’idea di dover stare lontana dai suoi amici e di non poter andare a scuola. Uno stato d’animo comune a tutti in questo periodo, soprattutto ai giovani ragazzi abituati a giornate ben diverse. Beth però non ce l’ha fatta, non ha retto all’isolamento.
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17enne si suicida, le parole dei genitori
Nel racconto che il padre della 17enne ha fatto al Sun trapelano parole di rammarico per non aver capito la vera sofferenza della figlia: “Non ho dubbi che questo lockdown abbia avuto un ruolo importante nella morte di Beth.
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Non poter uscire e vedere i suoi amici la faceva stare male”. Per la giovane, secondo le parole del padre, i tre mesi di isolamento sembravano 300 anni. Una restrizione che per Beth era diventata “un’ossessione estrema – ha confessato il papà – era come convinta che non ne saremmo mai usciti”.
Dopo la sua morte la famiglia ha voluto lanciare un monito importante per tutti i ragazzi e le persone che a causa del lockdown hanno problemi mentali. Vogliono prevenire questa problematica ed essere d’aiuto agli altri per evitare che quello che è successo alla loro figlia non capiti ad altri giovani.
Per questo hanno lanciato una raccolta fondi che permetterà di creare un’unita di pronto soccorso per la salute mentale. L’unità sarà realizzata all’interno del college frequentato proprio da Beth.