Ospedale Fiera di Milano: Spariti i 10 milioni donati da Berlusconi

Non c’è più traccia dei 10 milioni che sono stati donati da Silvio Berlusconi all’Ospedale della Fiera di Milano: la procura indaga sui costi e sulle donazioni.

Silvio Berlusconi
silvio berlusconi (getty images)

È un mistero, come ha scritto ‘Il Fatto Quotidiano’, il progetto dell’ospedale della Fiera di Milano, che ha ospitato solo 25 pazienti con una capienza di 221 posti letto. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha aperto un fascicolo, che al momento è senza indagati su richiesta fatta con un esposto dal Cobas, che ha appunto chiesto di chiarire i versamenti: 21,6 milioni e sulle spese per i posti letto visto che ogni letto occupato costa 840 mila euro.
La prima parziale rendicontazione che è stata fornita indica una spesa di 17,25 milioni, iva esclusa ma a mancare sono moltissimi dettagli sui nomi delle persone che hanno effettuato delle donazioni e sulle esatte voci di spesa. Come ha riportato sempre ‘Il Fatto Quotidiano’, sono spariti i 10 milioni che ha donato Silvio Berlusconi.

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La Fondazione Milano ha smentito di aver ricevuto l’assegno di Berlusconi

Silvio Berlusconi (GettyImages)
Silvio Berlusconi (GettyImages)

 

Inoltre la ‘Fondazione Milano’, che gestisce il fondo su cui è stato versato il denaro dei donatori, ha smentito a gran voce di aver avuto l’assegno di Berlusconi. I soldi sarebbero stati versati direttamente sul conto della Regione Lombardia ma nonostante Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia al Pirellone abbia confermato la donazione, non ci sono evidenze del versamento. Il professor Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione al San Raffaele di Milano era contrario all’opera: “Un’operazione inutile” – ha detto, sbattendo la porta durante una delle prime riunioni sull’ospedale della Fiera di Milano.

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Berlusconi
berlusconi (getty images)

La sua previsione era infatti che quando la struttura sarebbe stata pronta la curva di ricoveri in terapia intensiva si sarebbe abbassata e diceva inoltre: “credo che non si possa assemblare un reparto di terapia intensiva senza fondarlo su un gruppo di medici infermieri abituati a lavorare insieme”. Ma non lo hanno assecondato.

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