Il virogolo Pregliasco | “Altissimo il rischio di un nuovo disastro”

Non usa mezze parole il virologo Pregliasco nel ritenere purtroppo altamente probabile il pericolo di incorrere in una nuova ondata di contagi. Il motivo.

virogolo Pregliasco
virogolo Pregliasco Foto dal web

È allarmatissimo il virologo Pregliasco, dopo la scoperta di ben dieci focolai di Covid sparsi in tutta Italia. Tre dei quali soltanto a Roma. Nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Giornale’ l’esperto afferma che “dieci focolai non sono certo una passeggiata. Però se interveniamo in maniera tempestiva riusciremo ad evitare un disastro, una seconda ondata pesante in autunno”.

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Per il virologo Pregliasco ogni singolo servizio sanitario regionale deve operare al massimo delle proprie possibilità. Occorrerà scovare sul nascere ogni possibile situazione di pericolo, “con apposite indagini epidemiologiche”. Grande importanza continueranno ad avere l’utilizzo corretto delle mascherine a protezione di bocca e naso ed il rispetto delle distanze fisiche. “Meglio anche stare al lontano dagli sconosciuti”. Il timore dell’esperto è che il non riuscire a tenere sotto controllo gli asintomatici in particolare possa dare adito ad una serie di nuovi contagi che ad un certo punto potrebbe essere difficile controllare.

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Il virologo Pregliasco: “Perdere di vista i positivi è un pericolo enorme”

“Hanno una residua capacità di contagio. Dovrebbero restare in quarantena finché non risulteranno negativi al tampone. Purtroppo ci sono molti positivi che non hanno sintomi, e che veicolano il virus. Ed individuarli è anche più difficile, per questo motivo. Se non li individuiamo allora si che potrebbe accadere un disastro”. I più pericolosi tra gli asintomatici sono quelli che stanno incubando il virus dentro di loro. Pregliasco li giudica “altamente infettivi”. Poi ci sono i debolmente positivi, che hanno già affrontato la malattia e che secondo gli studi non risultano più contagiosi, nonostante la loro positività al tampone.

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“Dobbiamo continuare ad essere responsabili”

Però sono sempre presenti delle eccezioni. Anche dopo le due settimane di isolamento potrebbero esserci situazioni nelle quali essere ancora infetti. Per il virologo, la malattia è multiforme. I casi studiati di recente sono molto diversi da quelli iniziale. Ed il virus è ancora presente. Ma con le misure di distanziamento sociale e di prevenzione (mascherine, igienizzazione delle mani e sanificazione degli ambienti) risulta limitato. “Quel che va evitato è che i nostri comportamenti non tendano verso la rilassatezza e l’irresponsabilità”.

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