Piano studentesco choc, si fanno contagiare per vendere il plasma

Un piano studentesco choc per fare soldi. Gli studenti si infettavano deliberatamente per ricevere fino a 200 dollari donando il plasma

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(Getty Images)

Il Coronavirus ha messo in ginocchio il mondo intero ma ha anche estremizzato alcune situazioni. Molti, in tutto il mondo, quelli che hanno provato a lucrare sulle difficoltà altrui in questo specifico momento. Le difficoltà come fonte di guadagno e motivo per mettere in atto delle vere e proprie truffe. Non solo in Italia, ma anche in altre parti del mondo, come in America sono state scoperte situazioni del genere.

Dopo i “Covid party” organizzati proprio nel nuovo continente per contagiarsi volutamente e dimostrare la reale esistenza del coronavirus arriva un’latra agghiacciante trovata fatta da giovani studenti. Quella di contagiarsi deliberatamente per voi rivendere il plasma con gli anticorpi. Questa la trovava al tempo del Covid per racimolare bei soldini.

È l’iniziativa che era stata messa in campo in un college degli Stati Uniti, di proprietà dei Mormoni, il Brigham Young University, nello stato dell’Idaho.

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Piano studentesco choc, ecco cosa succedeva al college

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Esame Covid (foto dal web)

Il piano choc sarebbe stato messo in atto da alcuni studenti che avrebbero architettato tutto per fare dei soldi facili. Da 50 a 200 dollari era la somma che alcune aziende e centri specializzati che si occupano di plasma iperimmune pagavano a chi donava. Unica clausola: guarigione totale dal coronavirus e nessun sintomo da almeno 14 giorni. Il sangue dei guariti viene usato poi dai medici per curare i casi più gravi della malattia secondo l’approvazione arrivata dalla Food and Drug Administration.

Ecco che avendo scovato questa possibilità i giovani cercavano di contagiarsi in tutti i modi per voi ricavarne dei soldi vendendo il plasma.

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(Getty Images)

A scoprire quello che avveniva nel college la direzione che ha avviato un’indagine interna e ha sospeso gli studenti. Nel mentre sono partiti anche gli screening a tappeto e ben 109 sono stati gli studenti positivi al coronavirus nell’istituto.

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