Bari, Margherita uccisa e sepolta in una fabbrica abbandonata: la svolta

Zlezak Malgorzata detta Margherita, cinquantenne senza fissa dimora, è stata ammazzata di botte dal compagno. Dopo 8 anni arriva il processo

femminicidio
Violenza  (Foto dal Web)

Dopo otto anni finalmente si intravede la svolta di un processo che può riscontrare un colpevole della morte di Margherita. Così la chiamavano una cinquantenne senza fissa dimora che è stata ammazzata dal compagno e sepolta in una fabbrica abbandonata. Dopo otto lunghi anni è stato rinviato a giudizio Ignazio P. di Molfetta. Secondo l’accusa avrebbe nel tempo maltrattato la dona fino al punto di ucciderla a botte. Dopo di che ha pensato anche alla terribile sepoltura in una fabbrica abbandonata. Il processo si terrà a gennaio. Per l’imputato pende l’accusa di omicidio volontario, riduzione in schiavitù, occultamento e vilipendio di cadavere.

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Margherita uccisa a botte, verso il processo

Violenza domestica (Getty Images)
Violenza domestica (Getty Images)

Zlezak Malgorzata è stata malmenata per mesi. E’ morta a calci e pugni. Una fine orribile. Poi l’uomo l’ha seppellita sotto casse e assi. Sopra la bara di fortuna preparata per Margherita l’uomo ha scritto con inchiostro nero la frase: “Tu muori qua”. Il fatto è avvenuto nel 2012 ma soltanto nel 2017, dopo cinque anni, è rinvenuto alla luce ciò che restava di Margherita nell’ex acciaieria Scianatico, nei pressi di Bari. Poi è iniziata la caccia all’assassino e si è giunti al suo ex compagno. Un destino crudele, troppo per la donna. Ora un processo che può fare luce e dare giustizia a quanto di male sia stato procurato ad una persona. L’assassino presunto oggi ha 53 anni. Difficile per lui vedere più la luce al di fuori del carcere in caso di condanna per il male procurato.

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violenze
violenze (foto dal web)

Zlezak Malgorzata detta Margherita, cinquantenne e senza fissa dimora, è stata uccisa di botte e il suo corpo senza vita è stato sepolto sotto un cumulo di assi e cassette di legno in una vecchia acciaieria. Oggi, dopo otto anni si potrà dare un nome all’autore di tutto questo.

 

 

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