Vaccino anti-Covid: “Abbiamo iniziato a ragionare sulla distribuizione”

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, anticipa preziose informazioni in merito alla distribuzione del vaccino anti-Covid

Covid, Personale sanitario
Personale sanitario (Getty Images)

La necessità di un vaccino, sempre più imperante data la risalita dei contagi che si sta registrando ultimamente, sembra non essere più solo un miraggio. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, si è espresso proprio quest’oggi nel corso di una conferenza stampa, parlando della “distribuzione e somministrazione del vaccino“.

Gli organi che si occupano della Sanità Nazionale sarebbero quindi a lavoro, stando alle sue dichiarazioni, al fine di individuare la strategia migliore per rendere disponibile il vaccino a tutti. “Abbiamo già iniziato a ragionare sulla problematica per elaborare una strategia” – ha dichiarato il presidente.

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Covid, Locatelli parla di una strategia di distribuzione del vaccino

Vaccino anti-Covid
Vaccino anti-Covid (Getty Images)

Con il ministro della Salute, l’Aifa, lo Spallanzani, l’Iss abbiamo già iniziato a ragionare sulla problematica per elaborare una strategia per affrontare compiutamente la distribuzione e somministrazione del vaccino“. Le parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, sembrano voler rassicurare sulla realtà del vaccino: esiste, ed un team di esperti si sta già preoccupando di come distribuirlo correttamente.

Il presidente, durante la conferenza stampa per il Monitoraggio Regionale dei dati, si è soffermato su alcuni aspetti da tenere bene a mente per quanto riguarda la somministrazione. E’ infatti estremamente importante cercare di non produrre “impatti negativi sulla catena di distribuzione, che ha bisogno di temperature particolarmente basse“.

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Covid
Covid (Pixabay)

Proprio nella serata di ieri, lunedì 9 ottobre, L’Istituto Superiore di Sanità, trovandosi di fronte uno scenario allarmante, ha deciso di imporre significative restrizioni ad alcune regioni, che da gialle sono sono diventate arancioni. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Toscana, Liguria e Umbria. Anche l’Alto Adige, provincia autonoma, ha deciso di auto-istituirsi come zona rossa.

Nelle zone arancioni, come previsto dal Dpcm, oltre al coprifuoco valido su tutto il territorio nazionale, ci sono limitazioni per quanto riguarda gli spostamenti. Non è infatti possibile muoversi da Regione a Regione, o da comune a comune, se non in caso di comprovate esigenze. Inoltre, la didattica a distanza è estesa fino alla seconda e terza media.

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