“Coronavirus? Vaccini anche su cani e gatti”: le parole degli esperti

Di fronte all’allarmante diffusione pandemica, ricercatori americani e britannici suggeriscono l’estensione dei vaccini agli animali.

Di fronte all’allarmante diffusione della pandemia virale, scienziati americani e britannici suggeriscono di non limitare la vaccinazione ai soli esseri umani, ma di estenderla anche a gatti e cani. In generale, la vaccinazione dovrebbe coinvolgere tutti gli animali domestici. La somministrazione del vaccino ai nostri amici a quattro zampe potrebbe contribuire a frenare la diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2, evitando così il rischio di ulteriormente sviluppo del virus, nonché eventi bioevolutivi di “spillback”, vale a dire di salto di specie.

Lo scorso novembre, secondo una stima da partedell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Sanitaria (ANSES),  gli animali domestici e selvatici “non svolgono un ruolo epidemiologico nella circolazione del virus SARS-CoV-2.” Difatti, in caso di infezione, nei cani la probabilità di infezione è molto bassa. Inoltre, i test degli scienziati sui “cani da contatto” non hanno dimostrato la possibilità di contaminazione intra e inter-specifica. Stessa cosa per il mondo dei felini, nonostante i gatti siano più ricettivi e sensibili alla trasmissibilità da Covid-19 intra-specifica.

Finora la comunità scientifica mondiale non preso in considerazione l’estensione della campagna vaccinale anche nel mondo animale. Apparentemente asintomatici, cani e gatti non dovrebbero sviluppare forme gravi di Covid-19. Notizia non del tutto certa secondo alcuni esperti in virologia, malattie infettive e genomica, provenienti dell’Università dell’East Anglia (UEA), dell‘Earlham Institute con sede a Norwich (UK) e dell’Università del Minnesota.

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I ricercatori controcorrente: “vaccinazione preventiva”

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Cock Van Oosterhout, professore di genetica presso l’UEA, spiega la preoccupante evoluzione del virus, le cui mutazioni, rapidi e imprevedibili, potrebbero rappresentare un “rischio significativo per la salute pubblica” non solo negli esseri umani, ma anche negli animali che condividono con loro ogni momento della giornata. Di conseguenza, sarebbe necessario “realizzare dei vaccini anche per gli animali domestici”: si tratta di una “misura preventiva, per frenare la diffusione del coronavirus.”

Per comprendere meglio questo argomento, gli scienziati hanno menzionato lo sterminio dei visoni da parte del governo danese. Il massacro è avvenuto in Danimarca a fine 2020 a causa della comparsa di centinaia di casi di Covid-19 e sue varianti nel paese: la rapida circolazione della pandemia era collegata all’allevamento locale del tipico mammifero dal pelo folto. I ricercatori lanciano l’appello alla comunità scientifica, affinché gli esperti collaborino per evitare “la formazione di specifici ceppi tra gli animali.” Difatti, “la nascita di un nuovo virus potrebbe essere altamente dannoso per il benessere dell’intero Pianeta.”

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Per ora, la richiesta è stata presa in considerazione dalle autorità russe e la comunità scientifica di Mosca sta ultimando sperimentazioni cliniche: l’obiettivo dei test è l’analisi dell’efficacia del vaccino anti-Covid, la cui somministrazione è destinata a visoni e a tutti gli animali domestici.

Fonte BFMTV/CNews

 

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