Maria Grazia Cucinotta: NO alla violenza di genere. Il contributo dell’attrice

Maria Grazia Cucinotta. L’attrice siciliana non è nuova nella lotta contro la violenza di genere. Utilizza il suo profilo Instagram per lanciare un importante messaggio

Lo smascheramento degli abusi perpretati dal produttore cinematografico Harvey Weinstein, il quale esercitava il suo potere per violentare e soggiogare un numero elevato di donne, ha facilitato la nascita del movimento #Metoo.

Dal suo arresto sono uscite allo scoperto numerose celebrità che hanno ammesso, anche dopo anni, di essere state vittima di violenza. Tra queste ricordiamo: Asia Argento, Gwyneth Paltrow, Ashley Judd, Jennifer Lawrence, Uma Thurman, Gina Lollobrigida.

Si è levata un’ondata femminista e l’incitazione a non vergognarsi, a spogliarsi dal senso di colpa e rivesarlo sulle persone alle quali dovrebbe realmente appartenere: gli abusatori.

Anche l’attrice siciliana Maria Grazia Cucinotta, da sempre, mette volto, cuore, anima e forze per combattere le grandi piaghe sociali come la violenza di genere. Oggi ha pubblicato sul suo profilo Instagram un post in cui fa un appello particolare. Indossa una tshirt bianca dal design particolare, incita all’acquisto per una giusta causa: “Ognuno di noi può contribuire alla lotta contro la violenza di genere… Cristiana e Soveig hanno creato queste magliette @yuuko3.0 @cidicri_conceptstore @vitesenzapauraonlus. Il ricavato andrà per aiutare le donne vittime di violenza”.

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Maria Grazia Cucinotta: l’attrice vittima di violenza

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Il tema della violenza sulle donne è molto sentito dall’attrice Maria Grazia Cucinotta perchè, in passato, anche lei è stata una vittima. Lo ha raccontato nel suo libro dal titolo “Vite senza paura”. L’artista aveva già fondato nel 2019 la onlus omonima composta da psicologhe, avvocatesse e magistrate pronte a mettere a disposizione le loro competenze in favore delle vittime.

L’attrice messinese ha rivelato che questa sua esigenza di prodigarsi per gli altri è nata da un fatto analogo accaduto anche a lei in gioventù.

Si trovava a Parigi. Era nella capitale francese per lavoro, faceva la modella. Stava rientrando a casa, vestita normalmente, niente trucco e con una grande felpa (come se dovesse far differenza); un uomo l’ha assalita all’interno dell’ascensore. L’ha toccata in maniera molesta, l’ha strattonata, lei era pietrificata. Lui è scivolato e così è riuscita a mettersi in salvo dentro il suo appartamento. Ha denunciato il fatto alla polizia francese. Si è sentita ancora più sola ed emarginata; hanno insinuato che fosse stata lei a provocare quell’uomo. Poi pensavano che si fosse inventata tutto nonostante i segni evidenti sul corpo.

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Quest’esperienza l’ha spinta a mettersi in moto contro la violenza di genere, nonostante quel senso di paura, di sentirsi preda, non l’abbia mai abbandonata.

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