Manuela Bailo chi è la donna uccisa a Brescia? La storia raccontata ad Amore Criminale

Riparte la trasmissione Amore Criminale, condotta da Veronica Pivetti: nella puntata di ritorno si parlerà di Manuela Bailo, assassinata nel 2018 in provincia di Brescia.

Manuela Bailo
Manuela Bailo (Twitter – Mamox)

Manuela Bailo era una donna di 35 anni di Nave (Brescia) impiegata nel Caf della Uil, uccisa il 28 luglio 2018 da Fabrizio Pasini, un collega – sposato e con figli- con il quale aveva intrecciato una relazione. Manuela Bailo è l’ennesima vittima di femminicidio nel nostro Paese. Una donna uccisa dall’uomo che amava, condannato con rito abbreviato a 16 anni di reclusione per omicidio ed occultamento di cadavere. Ma chi era Manuela? Come ha conosciuto il suo carnefice? Come è stata uccisa?

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La scintilla tra la 35enne e Fabrizio Pasini, il suo assassino, scoppiò sul posto di lavoro. I due erano, infatti, colleghi. Ma se da un lato Manuela non era impegnata con nessun altro, l’uomo era invece sposato e padre di due figli. Una relazione, quindi, che oscillava tra la volontà di lui che non aveva intenzione di lasciare la propria famiglia e dall’altra quella di lei di voler ufficializzare il loro rapporto ed iniziare una storia d’amore alla luce del sole.

Pasini, si legge nelle carte processuali stando a quanto riferisce la redazione del quotidiano Il Corriere della Sera, manipolava l’amante alimentando le sue speranze, ma puntualmente illudendola non giungendo mai ad operare una vera svolta. La scusa era sempre la stessa: ossia che una separazione avrebbe traumatizzato i due figli e che economicamente era una spesa che non sarebbe riuscito a sostenere. Un palese temporeggiare di cui Manuela si era resa conto fino a lanciargli un ultimatum: o la convivenza o la fine del loro rapporto. Purtroppo, però, questa scelta radicale non l’assunse mai. Non ne ebbe il tempo.

A soli 35 anni, venne uccisa il 29 luglio 2018 da Fabrizio Pasini, all’interno della casa della madre di quest’ultimo. Il suo corpo venne poi occultato all’interno della vasca per i reflui in una cascina di Azzanello per essere ritrovata solo tre settimane dopo dall’uccisione. Il rinvenimento venne effettuato quando Pasini fece rientro dalle vacanze.

Il medico legale chiarì le cause della morte: “Shock emorragico secondario – riporta Il Corriere- a sezione completa della carotide destra da lesività da taglio”. In sintesi venne sgozzata con una lama mai ritrovata mentre si trovava in stato di incoscienza in quanto colpita alla testa con qualcosa di molto pesante.

Pasini chiese il rito abbreviato ed il Gip lo condannò a 16 anni di reclusione per omicidio ed occultamento di cadavere, escludendo l’aggravante della premeditazione fatta valere dalla Procura. Per la pubblica accusa, infatti, l’omicidio sarebbe stato progettato dall’imputato quando resosi conto di essere con “le spalle al muro” non avrebbe visto altra via d’uscita se non quello di eliminare Manuela.

Secondo la ricostruzione del Tribunale, i due – la notte dell’omicidio- avrebbero litigato. Ad un certo punto Pasini l’avrebbe spinta dalle scale, ma non con l’intento, avrebbe riferito lui stesso, di farle del male. Il suo sarebbe stato uno scatto d’ira all’esito dell’ennesima discussione. Temeva che i suoi parenti, che vivevano al piano di sopra avrebbero potuto sentirla gridare, temeva che avrebbero sentito le urla della donna che per l’ennesima volta lo incolpava di dire ancora menzogne. L’uomo, però, avrebbe sempre negato di averle tagliato la gola.

Un gesto d’impeto, insomma, quello scaturito dall’uomo. Anche il movente si sarebbe maturato nel corso della serata. Proprio quella notte, pare che Fabrizio Pasini avesse detto alla vittima che non avrebbero potuto dormire insieme perché doveva andare a prendere la madre in aeroporto. Non disposta più a tollerare queste bugie avrebbe insistito tanto da scoppiare in una sorta di crisi di nervi.

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Per il Gip, quindi, non riuscendo più a tenere a bada l’amante e dovendo far rientro a casa dalla moglie, avrebbe posto in essere l’omicidio non essendo più in grado di dissuaderla.

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