Covid-19, il presidente Biden riapre l’inchiesta: “dossier entro 90 giorni”

Il leader democratico statunitense ha deciso di riaprire le indagini sulle origini in laboratorio del coronavirus. 

 

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Eliminare definitivamente ogni dubbio. Questo è l’ultimo obiettivo prefissato dall’amministrazione Joe Biden. Il 46° presidente degli Stati Uniti non accetta l’incertezza e dichiara la riapertura dell’inchiesta SARS-CoV-2; in particolare sulla presunta origine del virus in laboratorio. In merito, il leader democratico si è rivolto questo mercoledì (26 maggio) ai servizi di Intelligence americani, invitando gli ispettori a “raddoppiare i loro sforzi” per chiarire una volta per tutte la nascita del Covid-19. Il suo ultimatum è risolutivo: la verità dovrà essere trascritta nero su bianco entro 90 giorni.

A lungo messa da parte dalla maggior parte degli esperti, l’ipotesi di un incidente all’interno dell’Istituto di virologia di Wuhan, in Cina, ha rianimato il dibattito americano nelle ultime settimane. A seguire le parole del presidente Joe Biden.

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Gli Stati Uniti riaprono l’inchiesta; la Cina: “teoria complottista”

 

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L’invito alla riapertura dell’inchiesta da parte di Joe Biden consegue al recente comunicato di una équipe di scienziati, il cui testo conferma i sospetti sulla potenziale origine della pandemia nel laboratorio di virologia: il coronavirus potrebbe essere stato originato a dicembre 2019, quando alcuni ricercatori si erano già ammalati un mese prima. Nel documento gli specialisti lasciano via libera sia alla teoria del salto di specie sia a quella dell’errore umano con l’incidente in laboratorio.

La Casa Bianca chiedere il massimo sforzo per nuove indagini: “Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con gli esperti di tutto il mondo per fare pressione sulla Cina affinché le sue autorità partecipino a un’indagine internazionale completa, trasparente e basata su prove.“, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti. I dati finora prelevati non sono stati ancora resi noti, ma secondo il governo esistono prove sufficienti per risollevare la questione dopo il fallito tentativo dell’OMS, alla cui operazione di ricerca è stata concessa la lettura di una esigua parte della documentazione cinese.

 

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La Cina nega la teoria secondo cui SARS-CoV-2 sia sfuggito alle mani di qualche esperto nel laboratorio di Wuhan. Nell’ultima dichiarazione rilasciata dall’ambasciata locale, gli alti funzionari cinesi bollano l’ipotesi come complottista.

Fonte DW

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