Beirut a un anno dall’esplosione: crisi umanitaria senza precedenti

Era il 4 agosto 2020: una violenta deflagrazione è esplosa nel porto della città libanese, uccidendo 214 persone e ferendone altre 7000.

A un anno dall’esplosione al porto di Beirut, in Libano, il Paese fa ancora fatica a risollevarsi, bloccato in una crisi economica e umanitaria senza precedenti. A riferirlo sono i dati statistici riportati riportati dalla Banca Mondiale lo scorso giugno: tra il 2018 e il 2020, il prodotto interno lordo (PIL) del Libano ha registrato un ripido crollo, passando da 55 a 33 miliardi di dollari. Ancor peggio se si guarda al PIL pro capite, sceso del 40% nello stesso periodo.

Era esattamente il 4 agosto 2020, intorno alle ore 18:08, quando una violenta deflagrazione è esplosa nel porto della città libanese, uccidendo 214 persone e ferendone altre 7000.

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Più di un libanese su due sotto la soglia della povertà

Beirut
(Getty Images)

 

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Stando a quanto si legge nella fonte ufficiale dell’istituto internazionale finanziario il Libano sta vivendo una delle tre più importanti crisi economico-finanziarie al mondo da quasi 150 anni. La drammatica situazione – “molto preoccupante” secondo il parere della responsabile emergenze di Fondation de France Karine Meaux – trova risonanza nei tragici effetti della catastrofe del 4 agosto 2020; l’esplosione che ha provocato la distruzione del porto e della città di Beirut, e dalla caduta del governo di Hassan Diab.

La crisi si estende anche al livello umanitario: “La lira non ha più valore. Alcuni ristoratori non espongono più i prezzi e si limitano a dire: dateci quello che volete, domani non varrà nulla…” Secondo le stime delle Nazioni Unite, attualmente il 55% della popolazione libanese vive al di sotto della soglia di povertà con meno di 4 dollari al giorno: una situazione che peggiorerà parallelamente all’incremento di contagi da SARS-CoV-2. Le nuove previsioni della Banca mondiale stimano un’ulteriore discesa del PIL reale del 9,5% nel 2021. Nell‘impasse politica conseguente alle dimissioni del primo ministro Hassan Diab il 10 agosto 2020, il Libano fa principalmente affidamento sulle donazioni e sulle organizzazioni umanitarie.

La popolazione libanese è esausta […] tra i cittadini domina il sentimento della disperazione.” ha rivelato ai media Karine Meaux. Durante la conferenza stampa internazionale dello scorso mercoledì, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha promesso al Libano il versamento di 100 milioni di euro nei prossimi dodici mesi.

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Emmanuel Macron (Getty Images)

Nel 2020 la Francia ha inviato 85 milioni di euro in Libano per fornire un supporto immediato sul posto.

Fonte BCC

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