Stefano Labbia a Yeslife: ” Ci siamo messi in gioco”

Intervista esclusiva a Stefano Labbia, lo scrittore ha raccontato alcuni dettagli riguardo al suo ultimo progetto

Super Madness
Super Madness: peace (Ufficio stampa)

Abbiamo avuto l’occasione di scambiare qualche parola con Stefano Labbia, sceneggiatore, poeta, scrittore, editore e produttore televisivo italiano di origine brasiliana.

Abbiamo voluto soffermare l’attenzione su uno dei suoi ultimi progetti vale a dire il libro Super Madness: Peace. Si tratta di un’antologia scritta con l’obiettivo di sostenere l’associazione umanitaria dell’infanzia Horac Nepal.

stefano labbia
Lo scrittore Stefano Labbia (Ufficio stampa)

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Super Madness: Peace, come nasce l’idea della raccolta e perché questo titolo?

Super Madness: Peace è figlia del progetto realizzato tra il 2017 e il 2019 a sostegno delle famiglie rimaste vittima del terremoto occorso in Messico. Progetto che è stato realizzato grazie al supporto dell’associazione culturale internazionale Aster Academy e alla gratuita disponibilità di numerosi artisti digitali internazionali tra cui il mangaka Shintaro Kago presente tra l’altro al Lucca comics and games del 2019. Stavolta abbiamo deciso di affidarci alla penna di psicologhe e scrittrici italiane che hanno ideato, utilizzando il personaggio da me ideato, Super Madness, delle storie brevi davvero coinvolgenti e potenti a livello culturale e narrativo. È stata data loro carta bianca, salvo il dover rispettare le caratteristiche del personaggio principale in ogni loro racconto. Devo dire che sono davvero rimasto impressionato dalla qualità dei racconti e dalla potenza vibrante delle parole che li compongono: tutte le partecipanti si sono messe in gioco creando universi paralleli in cui Super Madness si muove, vince e convince, facendo ragionare il lettore, sia esso adulto o bambino, fornendo più che risposte tante domande.

E’ stato difficile mettersi alla ricerca di esperti quali scrittori e psicologi per dare vita a questo progetto?

Sì e no. Un po’ perché il periodo in cui è stato lanciato era un periodo particolarmente buio. Un po’ perché, specialmente in Italia, i preconcetti legati alla beneficenza artistica sono duri da sciogliere. Abbiamo ricevuto no anche importanti da parte di scrittrici italiane che dovevano “andare in ferie” o che avevano firmato da poco “contratti di esclusiva importanti”. Soprattutto il ghosting e il silenzio è quello che ci ha fatto pensare di più, sul momento. Perché se è vero che non abbiamo esitato un attimo nel continuare la ricerca di persone valide che fortunatamente abbiamo trovato, è anche vero che l’assenza di umanità, dato che si tratta di un progetto di beneficenza, lascia sempre basiti. Ma noi, testardi, siamo andati avanti perché abbiamo creduto in chi ha creduto in noi, nel progetto e soprattutto in Horac Nepal, realtà che ha bisogno di tutto il nostro supporto.

Un aneddoto sulla stesura del libro?

Dopo aver lanciato l’idea mi sono volutamente fatto da parte e alcuni project manager tutti validi si sono avvicendati l’uno dopo l’altro per raccogliere i testi ed editare il libro. Volutamente perché c’era l’esigenza che il progetto fosse dall’inizio alla fine senza alcun intervento da parte mia, un progetto al femminile. Ad eccezione del sottoscritto, di chi ha curato l’edizione del libro (il Dottor Giovanni Querques) e del Responsabile editoriale, il Dottor Riccardo Mainetti, tutto il team è composto da donne. Questo perché la sensibilità artistica, professionale e umana era ciò che avrebbe reso il progetto unico nel suo genere, dando un’ulteriore appeal al lettore. Tutto il gruppo, compatto, ha promosso sin da subito il progetto e grazie a loro se siamo arrivati a risultati importanti, scalando la classifica di Amazon. Dobbiamo dunque congratularci con loro per ogni risultato raggiunto.

A chi è rivolto il libro?

Vorrei poter dire ad un pubblico di bambini ma in realtà il target è molto ampio. Durante la lettura, nelle varie dirette streaming promozionali effettuate, dei racconti assieme a blogger, scrittori, psicologi come host, ci siamo resi conto che erano racconti familiari in grado di coinvolgere ogni membro della famiglia dal più piccolo al più grande. Questo proprio per le tematiche sociali presenti all’interno di ogni singola storia. Pur non essendo studiate a tavolino ma semplicemente immaginate e scritte spesso di getto, le storie hanno un loro filo logico che viaggia in parallelo all’origine del personaggio protagonista (Super Madness NdR) e alle sue caratteristiche. È stato veramente un bellissimo percorso che continuerà sino a quando il libro non verrà ritirato dall’Associazione ad aprile 2022.

Qual è il messaggio?

Il messaggio esattamente come recita la quarta di copertina che fa il verso al famoso moto di spider-man creato da Stan Lee e che “non importa quanto grandi siano i tuoi poteri: hai comunque una responsabilità”. Ogni nostra azione porta ad una conseguenza (causa ed effetto) per noi e per le vite degli altri. Siamo tutti connessi l’uno all’altro e la scelta di uno è la scelta di tutti. Abbiamo dunque delle responsabilità non solo, egoisticamente parlando, per il presente ma anche e soprattutto per il futuro dell’umanità.

Un progetto di beneficenza molto interessante, sta riscontrando il successo sperato?

Devo dire di sì, nonostante alcuni impasse, interni ed esterni al progetto, che abbiamo però superato senza fatica alcuna. Il giorno del lancio del libro eravamo al 7000esimo posto in classifica nella categoria di genere letterario scelta. Dopo poco siamo arrivati al 3000esimo e tra alti e bassi – la promozione che idealmente era stata effettuata a rotazione tra tutti i componenti del team si è un po’ fermata purtroppo per vari motivi nell’ultimo periodo – Stiamo continuando a raccogliere piccole grandi soddisfazioni come questa intervista, l’intervento radiofonico a RTL 102.5 e aver ricevuto l’onore da parte di Telesia, network italiano presente nelle autostrade, nelle stazioni ferroviarie, nelle stazioni della metropolitana e negli aeroporti di tutta Italia, della creazione di uno spot promozionale che ciclicamente è stato trasmesso sui loro schermi per una settimana.

Horac Nepal, cosa bisogna sapere su questa associazione?

La realtà è una realtà che opera in Nepal. Nasce come casa-famiglia ma sviluppa progetti artistici volti a favorire la creatività e lo sviluppo artistico dei bambini e dei ragazzi ospiti. Maggiori informazioni possono essere reperite sul loro sito internet: https://horac.org

Un messaggio per i più scettici?

Visitate il loro sito web e abbracciate questa realtà che si occupa di infanzia e che ha assoluto bisogno di supporto sia materiale che morale.

E’ la vostra prima esperienza nell’ambito o ne avete già fatte altre in passato?

E dal 2017 che portiamo avanti progetti benefici. Il primo è stato un artbook a sostegno delle famiglie colpite dal terremoto del Messico, poi è stata la volta di ASROO, associazione scientifica retinoblastoma oncologia oculare a cui abbiamo dedicato una raccolta di racconti fantasy. Infine ha visto la luce questo progetto. Un progetto che portiamo davvero nel cuore e che speriamo possa aiutare Horac oltre a lasciare qualcosa di buono nel lettore.

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(Ufficio stampa)

Avete altri progetti a cui state lavorando?

Assolutamente sì! Abbiamo ben quattro progetti a sostegno di altrettante non profit dedicate all’infanzia pronti a partire e per cui stiamo cercando project manager. Siamo a buon punto ma abbiamo bisogno di figure professionali per garantire uno standard di qualità alto ad ogni progetto. Per chi volesse unirsi al nostro team, lascio il mio sito web: bit.do/stefanolabbia Nella sezione contatti c’è un form da compilare con i propri dati e una lettera di presentazione. Grazie ancora per la fantastica opportunità!

BEATRICE MANOCCHIO

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