Pensione di reversibilità INPS: percentuali aggiornate per il 2022

A chi spetta la pensione di reversibilità? La quota reversibile al coniuge del defunto varia in base a dei parametri stabiliti dall’INPS. Vediamo le novità per il 2022. 

La pensione di reversibilità è lo strumento finanziario che permette al coniuge superstite di percepirne una quota. L’INPS specifica che i cittadini aventi diritto sono il coniuge o l’unito civilmente, il coniuge separato e il coniuge divorziato, purché titolare di assegno divorzile o che non sia abbia contratto nuove nozze. Le quote percentuali della somma destinata cambiano di anno in anno.

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(Loufre – Pixabay)

Il superstite del titolare di pensione è considerato a carico dell’assicurato – ovvero colui che è deceduto pur non essendo in pensione – o del pensionato deceduto. In quest’ottica, viene considerato superstite colui che abbia condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento. Anche per i figli l’Istituto di previdenza detta le regole: gli studenti hanno diritto alla pensione di reversibilità pur avendo un piccolo introito lavorativo.

Quote di reversibilità: tutte le novità per l’anno 2022

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(Moerschy – Pixabay)

Con la Legge 335/1995, si determina una fisiologica diminuzione della quota di pensione reversibile spettante al superstite, in base al calcolo IRPEF e le rendite dello stesso, sia che siano provenienti da attività lavorative sia che da altri redditi (come, per esempio, indennità, rendite, assegni periodici).

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L’INPS, quindi, aggiorna annualmente le quote spettanti ai familiari. Le aliquote sono stabilite in base alle percentuali: 60% per un coniuge, 80% per un coniuge con figlio, 100% per coniuge con due o più figli. Ma come cambia il parametro anno dopo anno? In generale, si può dire che il ricalcolo faccia riferimento al costo della vita.

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In particolare, per il 2022, la soglia massima da non superare, per non subire decurtazioni, è pari a 20.489,82 euro. Superando la cifra di 34.149,70 euro, il decremento aumenterà al 50%. Tra gli importi validi ai fini IRPEF sono considerati: i contributi previdenziali e assistenziali, il reddito dell’immobile di proprietà, la pensione di superstiti percepita all’estero e il TFR. Compreso nel TFR si intende anche l’anticipo dello stesso.

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