Chicago. Strage alla parata per il 4 luglio, il bilancio è di 6 morti e 31 feriti

Chicago, la parata del 4 luglio si trasforma in tragedia. Killer apre il fuoco causando 6 morti e 31 feriti.

Sarebbe un giovane di 22 anni l’artefice della sparatoria del 4 luglio a Chicago. Il killer avrebbe aperto il fuoco dal tetto di un palazzo, causando 6 morti e almeno 31 feriti; il ragazzo è stato identificato grazie all’aiuto della folla, dopo che la polizia ha allertato tutti che il colpevole sarebbe stato molto probabilmente alla guida di una Honda Fit del 2010.
parata 4 luglio
Fucile foto da Pixabay
Tante le testimonianze: alcuni hanno impiegato qualche istante a capire cosa realmente stesse accadendo. “All’inizio pensavo fossero i fuochi d’artificio, non avevo capito che fossero spari. Poi ho iniziato a vedere gente insanguinata che urlava e scappava. È stato orribile” afferma uno dei presenti alla parata.
L’indiziato sarebbe Robert E. Crimo III, residente proprio nella zona in cui è avvenuta la manifestazione, il quale dopo un inseguimento, si è arreso alle forze dell’ordine. “Era una scena caotica. Ho provato a chiamare la mia famiglia e ho scoperto che si erano rifugiati all’interno di un edificio vicino al percorso” ha affermato un altro testimone. Anche a Philadelphia ci sarebbero stati alcuni spari; il triste avvenimento avvenuto nell’Illinois sarebbe l’ennesima strage dell’anno corrente, che si aggiunge al già numeroso elenco.
sparatoria parata 4 luglio
Killer sparatoria 4 luglio foto di Ansa
Il presidente americano Biden ha così commentato “Io e Jill siamo scioccati da questo atto di violenza senza senso che ancora una volta ha portato dolore a una comunità statunitense in questo Giorno dell’indipendenza. Come sempre siamo grati innanzitutto ai soccorritori e le forze dell’ordine sul posto. Di recente ho firmato la prima grande legge bipartisan su una riforma delle armi in quasi trent’anni, che prevede azioni che salveranno vite. Ma c’è ancora molto lavoro da fare e non rinuncerò a combattere l’epidemia di violenza dovuta alle armi. Quello che è successo oggi ci ricorda ogni giorno che non c’è niente di garantito nelle nostre democrazie, nel nostro stile di vita per cui dobbiamo combattere e che dobbiamo difendere”
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