Virus Marburg, 2 casi in Ghana. Scatta il rischio epidemia

E’ rischio epidemia con il nuovo virus proveniente dal continente africano che conta ad oggi 2 casi. I sintomi sono simili ad Ebola.

Un nuovo rischio epidemia dopo l’accertamento dei due casi del Ghana infetti dal virus Marburg, un nuovo virus altamente infettivo e della famiglia dei ceppi Ebola. Dopo i casi di vaiolo delle scimmie a far paura è il virus Marburg che creerebbe una febbre emorragica virale altamente infettiva.

marburg virus ebola
(Foto Pixabay)

Si tratta di un virus dello stesso ceppo di Ebola che provoca mal di testa, rigurgito di sangue e dolori muscolari. Ad annunciarlo è l’Ufficio per l’Africa dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che ha dichiarato due casi sospetti nello stato del Ghana. Secondo quanto analizzato dai due campioni prelevati e come riporta Leggo, la capitale del Ghana e la ricerca eseguita dal Noguchi Memorial Institute for Medical Research di Accra l’esito sarebbe positivo. Attraverso una seconda ricerca che verrà condotta dall’Institut Pasteur di Dakar, in Senegal, verranno accertati i due sospetti.

Per Marburg non esistono vaccini o antivirali: tasso di mortalità fino all’88%

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(Foto Pixabay)

Secondo quanto affermato da Francis Kasolo, rappresentante dell’Oms in Ghana e come riportato da Leggo: “Le autorità sanitarie sono sul campo per indagare sulla situazione e prepararsi per una possibile risposta all’epidemia. Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità del Paese per aumentare il rilevamento, il tracciamento dei contatti ed essere pronti a controllare la diffusione del virus”. 

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Marburg sarebbe un virus ad alta contagiosità trasmesso all’essere umano dai pipistrelli della frutta e che si trasmette da uomo a uomo tramite superfici infette, materiali e contatto con fluidi corporei. Nei casi più gravi, provoca gravi segni emorragici entro sette giorni dall’infezione.

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Simile al virus di Ebola, anche il tasso di mortalità di Marburg è decisamente troppo alto. Si parla di una percentuale che varia dal 24% all’88%. Per questo virus non esistono vaccini o terapie antivirali e sono in corso una serie di accertamenti atti a identificare i trattamenti possibili in caso in cui il contagio si allargasse.

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