Alessandro Borghi: “Quello che ho scoperto grazie a Diavoli”

Alessandro Borghi debutta questa sera con la serie targata Sky nella quale veste i panni di Massimo Ruggero, uomo ambizioso della finanza. In attesa di vedere la serie tv in onda su Sky Atlantic e Now Tv l’attore rivela che ha scoperto un lato inedito della finanza

Alessandro Borghi
Alessandro Borghi nei panni di Massimo Ruggero in “Diavoli”

È pronto al debutto con il suo nuovo e ultimo lavoro Alessandro Borghi. Questa sera infatti parte la serie tv “Diavoli” targata Sky che lo vede co-protagonista con Patrick Dempsey nei panni di Massimo Ruggero.

Una produzione italiana ma recitata in inglese per la quale l’attore romano non ha voluto doppiarsi. Un grande lavoro interpretativo che lo ha visto indossare giacca, cravatta e il cinismo che non può mancare nel mondo della finanza.

Da stasera in onda su Sky Atlantic e Now Tv la serie ormai attesissima in Italia è tratta da romanzo di Guido Maria Brera, creatore anche della stessa serie.

L’ambiente nel quale Massimo Ruggero lavora è quello della finanza, per il quale, partendo dal basso, è arrivato ai vertici di una banca d’investimento. A capo il suo mentore che diventerà il suo rivale, Dominic interpretato da Dempsey. Borghi veste i panni dell’uomo che in gergo viene definito “uno squalo della finanza” ma che il suo ideatore e creatore ama definire “monaco guerriero”.

Ed è cimentandosi con questa serie che, l’attore che dato il volto a Stefano Cucchi, ha dichiarato di aver scoperto un lato nascosto della finanza, un lato che non si aspettava affatto.

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Alessandro Borghi, il lato buono della finanza

Alessandro Borghi
Alessandro Borghi (GettyImages)

Alessandro Borghi non nega di aver scoperto un mondo nuovo. Quello della finanza in cui gli uomini sono “caratterizzati da un gran dualismo, possono sembrare molto buoni o molto cattivi”. Egli stesso ammette che fino alla fine non ha saputo se il suo Massimo “fosse dalla parte giusta o sbagliata”.

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Ma non tutto è spietato e cinico nel mondo della finanza. Lo ha ammesso con cognizione Borghi che ha capito che sono molti gli affaristi che mettono l’etica al primo posto e non sempre gli interessi muovono i fili. “Gli uomini della finanza – ha detto l’attore a Leggo.it – che col tempo è diventata sempre più uno strumento politico, sono coloro che devono mantenere l’ordine nel caos”.

Non ha nascosto che l’italianità sua e del suo personaggio è stata fondamentale per la serie che è stata girata molto prima dell’emergenza Covid-19.

Anticipa però che ci sarà una seconda serie ambientata proprio in una Milano deserta che combatte contro il coronavirus.

Alessandro Borghi
Borghi, alias Aureliano Adami di Suburra 3 (GettyImages)

E sulla situazione in cui stiamo vivendo Borghi ammette che non è necessario tornare come eravamo prima ma è necessario “migliorarci – conclude – Siamo talmente offuscati dalla rincorsa del successo a tutti i costi che a volte dimentichiamo cosa sia giusto”.

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