Riapertura scuole, il farmacologo Garattini mette in dubbio la data del 14 settembre

Il presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano parla della riapertura delle scuole e spiega tutta la sua preoccupazione

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Silvio Garattini (foto dal web)

Si parla già da molto del ritorno a scuola prefissato ormai da tempo per il 14 settembre. Un ritorno tra i banchi necessario come lo ha definito la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina soprattutto per alcune fasce di età che non possono continuare con la didattica a distanza.

Su tutto questo pone i suoi dubbi Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. Lo studioso ha preso parte alla presentazione della ricerca sugli effetti della quarantena per i bambini e i ragazzi under 15 che è stata fatta dall’Irccs. È in merito a questo che Garattini parla della scuola. Parole crude che attaccano anche il governo sulla gestione.

Non c’è stato interesse per la scuola, come non c’è per l’impostazione stessa della scuola – tuona il farmacologo – E non sono molto ottimista su quel che succederà il 14 settembre” annuncia. Questa è la data in cui gli studenti italiani dopo tantissimi mesi dovrebbero ricominciare le lezioni in presenza.

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Riapertura scuole, la preoccupazione di Garattini

Riapertura scuole
Silvio Garattini (foto dal web)

Silvio Garattini si dice molto preoccupato sulla situazione della scuola. I tempi stringono ed agosto è per eccellenza il mese in cui si lavora di meno per via delle ferie.

“Mancano meno di due mesi con un periodo centrale di agosto in cui normalmente le attività sfumano molto” ha detto lo studioso e tutto qua sta, secondo lui, il cuore del problema. È questa situazione che porterà gravi problemi, “li abbiamo avuti tutti gli anni, figuriamoci quest’anno” ha detto senza remore.

E ancora non si ferma, spiega quali sono gli argomenti sui quali si dice scettico il farmacologo. Attacca il ministro sull’acquisto dei nuovi banchi, circa 3 milioni, e poi ritorna sulla data della riapertura.

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Il 14 settembre è per Garattini una soluzione non di buon senso: “Avere il 21 le elezioni con la chiusura delle scuole e poi di nuovo la ripresa. Sono situazioni che secondo me delimitano quello che è l’atteggiamento politico e, alla fine, di una popolazione: lo scarso interesse per la scuola”.

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